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Laura Lombardi
Leggi i suoi articoliNomade attraverso materiali e media espressivi, tra arte, musica, scrittura, cinematografia (fin da «Senilix» del 1968), Renato Ranaldi (Firenze, 1941) presenta alla galleria Il Ponte dal 19 novembre al 30 dicembre «Scioperíi».
Sono caratteri presenti già negli «Angolari» (1973-74) collocati al piano interrato della galleria, dove, attraverso l’accostamento di due tele a creare una quinta teatrale, gli oggetti inventano una spazialità inedita, che sfugge al supporto pittorico. Il titolo della mostra è però dato da lavori recenti, disegni a china su carta, il cui titolo è tratto dal nome che si dà a quei disimpegni grafici (come sono definiti in un manuale di restauro) posti a margine di codici e di scritti notarili. Sono creazioni, spiega l’autore, generate dalla «frequentazione delle regioni dubbie, rischiose, del mio cervello, trappole alle quali non so sottrarmi».
La fuga dalla centralità compositiva culmina nell’ironico «Contenzioso» realizzato nel 2016 per questa mostra, dove due tele bianche sono poste in relazione tra loro da un agglomerato policromo e informe di denso colore a olio. L’intera serie degli «Scioperíi» è raccolta in un libro edito da Gli Ori dal titolo omonimo, con un racconto di Ranaldi e una postfazione di Bruno Corà e che viene presentato nello stesso giorno dell’inaugurazione, al Museo di Antropologia ed Etnografia di Firenze.
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