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Luana De Micco
Leggi i suoi articoli«L’arte vera è sempre dove non l’aspetti» diceva Jean Dubuffet, che per primo coniò l’espressione di «Art Brut». Nel 1976, l’artista francese (1901-85), che in trent’anni aveva riunito centinaia di opere di detenuti e malati mentali, non artisti nel senso classico del termine ma autodidatti, donò la sua collezione alla città di Losanna. È l’atto di nascita della Collection de l’Art Brut, inaugurata nel 1976 nel Castello di Beaulieu. Quarant’anni dopo vi è allestita fino al 28 agosto la mostra «L’Art Brut de Jean Dubuffet aux origines de la collection», con più di 150 opere, le stesse che Dubuffet aveva scelto per un’esposizione dell’autunno 1949 alla Galerie René Drouin a Parigi.
Il museo di Losanna conserva la più grande collezione di Art Brut al mondo. Il fondo storico col tempo si è arricchito grazie soprattutto ai doni. Molti artisti, come Alain Arnéodo, Ignacio Carles-Tolra, Rosemarie Koczy e Ted Gordon, hanno ceduto centinaia di opere, e più di recente, nel 2015, anche Michel Nedjar e Guy Brunet. Sono entrati nuovi autori, come gli americani Charles Steffen e James Edward Deeds, il brasiliano Antonio Roseno de Lima, e l’iraniano Mehrdad Rashidi.
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