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Arianna Antoniutti
Leggi i suoi articoliL’imponente replica del monumento, in scala 1:1, è alta 13 metri, ha un peso di quattro tonnellate ed è visibile gratuitamente, accedendo nel giardino della Villa, sede espositiva dei Musei Capitolini che, fino al 5 maggio, ospita la mostra dedicata a Fidia. La riproduzione della colossale statua di Costantino rimarrà qui fino alla fine dell’anno giubilare (2025), poi c’è il progetto di spostarla nel Museo della Civiltà Romana, all’Eur, che riaprirà grazie ai fondi del Pnrr.
Il Colosso è stato realizzato grazie alla collaborazione fra la Sovrintendenza Capitolina, Fondazione Prada e Factum Foundation for Digital Technology in Preservation, con la supervisione scientifica del sovrintendente Claudio Parisi Presicce. La statua dell’imperatore, in origine, era collocata all’interno della Basilica di Massenzio, edificio sulla via Sacra completato da Costantino dopo la vittoria, sullo stesso Massenzio, presso Ponte Milvio nel 312 d.C. Nel 1486 nove frammenti della statua furono rinvenuti nella Basilica, al tempo ritenuta Tempio della Pace di Vespasiano. Identificati come frammenti di una statua di Commodo, vennero allestiti in Campidoglio, nel Palazzo dei Conservatori. Solo alla fine dell’Ottocento, furono correttamente interpretati come parti dell’effigie costantiniana.
Come ha detto Parisi Presicce, la ricostruzione «non è frutto di un’improvvisa volontà di ricomporre, ma nasce da un lungo studio, che ora ci consente di rivivere la sensazione provata dai sudditi di fronte all’immagine imperiale». Per la prima volta è stata identificata non solo la tipologia della statua, ma è stato possibile formulare un’ipotesi della sua originaria collocazione. Secondo il sovrintendente, Costantino riutilizzò un simulacro di Giove (ispirato allo Zeus crisoelefantino di Fidia), probabilmente proprio quello posto nel Tempio di Giove Ottimo Massimo, che sorgeva sull’area ora occupata da Villa Caffarelli. L’imperatore è seduto, con un mantello adagiato sulla spalla, impugna nel braccio destro lo scettro e nella mano sinistra sorregge il globo.
Il Colosso, prima di trovare definitiva sede a Roma, è stato esposto presso la Fondazione Prada, dal novembre 2022 al febbraio 2023, in occasione della mostra «Recycling Beauty» curata da Salvatore Settis e Anna Anguissola con Denise La Monica.
Composto in resina e poliuretano, polvere di marmo, foglia d’oro e gesso, con struttura interna in alluminio, il Colosso è stato realizzato con la tecnica della fotogrammetria, partendo dai modelli in 3D dei frammenti originali (testa, braccio destro, polso, mano destra, ginocchio destro, stinco destro, piede destro, piede sinistro). Nel corso degli studi, è stato individuato un decimo frammento della statua originale: una porzione del torace. Il marmo, ritrovato nel 1951, era conservato nei depositi del Parco Archeologico del Colosseo. A breve sarà collocato nel cortile del Palazzo dei Conservatori, accanto agli altri mirabili lacerti del Colosso costantiniano.
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