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La facciata del British Museum a Londra

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La facciata del British Museum a Londra

Il British Museum recupera altri 268 oggetti rubati

Per George Osborne, presidente del museo britannico, il numero totale di oggetti restituiti è un risultato inaspettato, anche se più di 800 pezzi restano ancora dispersi

 

Martin Bailey

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Dopo la scioccante scoperta dei furti di antichità greche e romane commessi da un curatore, il British Museum è riuscito a recuperare ulteriori 268 oggetti dei circa 2mila pezzi rubati o gravemente danneggiati nel corso di oltre vent’anni. La maggior parte delle opere sottratte erano gemme, ma anche gioielli e altri manufatti. Lo scorso luglio Peter Higgs, responsabile ad interim del dipartimento Grecia e Roma, è stato licenziato per cattiva condotta.

Ittai Gradel, collezionista e mercante danese che aveva acquistato 351 reperti ignorando che fossero stati rubati, li ha già restituiti. Gradel è la persona che ha denunciato il furto, anche se il British inizialmente ne ha ignorato gli avvertimenti. Le sue rivelazioni hanno portato all’allontanamento del direttore del museo Hartwig Fischer e del vicedirettore Jonathan Williams.

Come ha riportato «The Art Newspaper», la maggior parte degli oggetti acquistati da Gradel è stata consegnata al Museo Thorvaldsen di Copenaghen che ne ha facilitato il ritorno a Londra. L’ultima serie di 268 oggetti recuperati proviene da altri musei.

Nel dicembre 2023 i trustee del British Museum hanno deciso di intentare una causa civile contro Higgs, chiedendo «al tribunale di poter accedere alle informazioni sulla vendita di oggetti della collezione». Lo scorso marzo è stata avviata un’azione legale presso l’Alta Corte, per consentire al museo di accedere agli account eBay e PayPal di Higgs, al fine di aiutare a identificare gli acquirenti degli oggetti rubati.

Osborne ha aggiunto: «In pochi si aspettavano di vedere questo giorno e persino io nutrivo dei dubbi. Quando abbiamo annunciato la devastante notizia che gli oggetti erano stati rubati dalla nostra collezione, la gente ha comprensibilmente pensato che fosse finita lì: difficilmente li avremmo rivisti tutti».

Ad oggi il museo ha ottenuto la restituzione di un totale di 626 pezzi (351 da Gradel, i 268 annunciati da altre fonti nel corso di quest’anno, più altri sette di cui non si conoscono i dettagli); all’appello ne mancano ancora almeno 874. Di questi, un portavoce del museo afferma che per altri 100 si sta lavorando su «nuove piste», con indagini presumibilmente aiutate dai registri di eBay e PayPal. Alcuni recuperi sono avvenuti negli Stati Uniti, ma la maggior parte è avvenuta in Europa.

Una piccola esposizione con dieci degli oggetti recuperati è in corso fino al 6 giugno con il titolo «Riscoprire le gemme: piccole meraviglie, grandi impressioni».

Martin Bailey, 21 maggio 2024 | © Riproduzione riservata

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