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Francesca Romana Morelli
Leggi i suoi articoliNel 1957 nell’autopresentazione alla personale alla galleria La Tartaruga, Leoncillo esterna la crisi che lo ha tormentato dall’epoca fascista alla guerra partigiana, fino alla militanza comunista, terminata con la dissidenza dal partito dopo i fatti di Ungheria. Prova un «rancore sordo per le “idee”; per queste cose che ci appiccichiamo addosso per sentirci più bravi, per vivere meglio», ovvero dare forma a un’opera d’arte mediante «una realtà descritta e ricondotta a stile». La sua ricerca si è rimessa in viaggio; ora sono «forma, colore e materia a dare direttamente l’emozione, il sentimento della natura, a “volerla imitare” per essere un’altra natura come essa (…) perché noi non siamo naturali».
Per lo scultore è l’approdo all’Informale, coerentemente con le opere create dalla fine degli anni Trenta, come evidenzia una mostra curata da Monica Cardarelli della Galleria del Laocoonte e da Marco Fabio Apolloni che la ospita nella sua galleria, W. Apolloni, in via Margutta, dal 26 ottobre al 24 dicembre.
Incentrata sulla fase figurativa e neocubista di Leoncillo (Spoleto, 1915-Roma, 1968) è corredata da due cataloghi introdotti da Enrico Mascelloni, uno sulla scultura, l’altro sui disegni nella collana sulle carte d’artista del secondo Novecento (entrambi De Luca). È esposta una trentina di terrecotte, tra sculture, rilievi, un camino e due blocchi astratti, servizi da tè e da caffè, un set di calici, candelabri e un centinaio di carte: «Leoncillo è tra gli scultori più rivoluzionari del secondo novecento, afferma Apolloni, per cui la sua intera opera è importante.
Lo scultore rimane fedele agli archetipi personali, desunti da Scipione, e rielaborati secondo una sensibilità originale. Se agli inizi plasma ulivi, quelle forme diventeranno “fratture” nelle sculture informali. Molte opere sono andate distrutte, anche a causa dell’ignoranza delle persone» (mentre la scorsa primavera da Christie’s un «Taglio bianco» di Leoncillo è stato battuto a 230mila euro). Alla fine del 2018 è prevista una mostra sulla fase informale dello scultore alla Galleria dello Scudo di Verona.
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