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Redazione GDA
Leggi i suoi articoliRiproduciamo qui sotto i 12 «punti chiave» dell’Art Market Report 2017 di Tefaf, curato da Rachel Pownall
1. Gli incassi globali. Nel 2016 le vendite globali hanno raggiunto i 45 miliardi di dollari, in crescita dell’1,7% rispetto al 2015.
2. Vendite all'asta globali. Nel 2016 le vendite all’asta di opere d’arte, gioielli e arti decorative hanno raggiunto globalmente i 16,9 miliardi di dollari, in calo rispetto ai 20,8 miliardi di dollari del 2015.
3. Livello di prezzi. Cala del 18,8% il fatturato (espresso in dollari) di arte e antiquariato venduti all’asta. I prezzi nel complesso sono in calo solo dell’8,6%. In Cina i prezzi all’asta sono più alti del 4% per l’arte moderna e del 13% per i dipinti. I prezzi per l’arte contemporanea in Europa e negli Stati Uniti sono mediamente in crescita del 4%.
4. Vendite all'asta per aree. Il valore delle vendite all’asta è sceso del 41% negli Stati Uniti, molto più del calo del 9% delle consegne per la vendita. Le vendite all’asta (espresse in dollari) sono diminuite nel Regno Unito (-24%), in linea con il calo del 16% del numero dei lotti in offerta e con il deprezzamento della sterlina. Le vendite all’asta nell’Europa continentale sono in crescita del 3,6%. L’Asia è rimasta forte e stabile e detiene ora la maggiore quota di vendite al mondo.
5. Vendite all’asta nei continenti. In Asia, le vendite all’asta sono in calo dell’1,6%, in Cina il calo è del 2,6%. L’Asia detiene una quota del 40,5% delle vendite globali all’asta, in crescita rispetto al 31% del 2015. La Cina domina le vendite all’asta in Asia con una quota di quasi il 90%. Le vendite all’asta in Europa e nelle Americhe sono sostanzialmente equivalenti, con l’Europa che ospita il 31% delle vendite all’asta globali e le Americhe il 27,5% (in calo rispetto al 37,5% del 2015). Africa e Oceania rappresentano insieme solo l’1% delle vendite all’asta.
6. Vendite in trattativa privata delle case d’asta. Il valore delle vendite all’asta nei tre continenti risulta più equamente distribuito se si prendono in considerazione le vendite in trattativa privata delle case d'asta. Le quote relative sono: Cina 36%, Europa 33% e Americhe 30%.
7. Mercanti e gallerie. L’Europa ha più di metà dei mercanti del mondo. Comprendendo il mercato privato, gli Stati Uniti rimangono il maggior Paese al mondo per vendite d’arte, con una quota di mercato del 29,5%, seguito dal Regno Unito con il 24% e dalla Cina con il 18%.
8. Importazioni ed esportazioni. L’Europa è il maggiore esportatore globale di opere d’arte, pezzi da collezione e antichità, secondo la definizione delle Nazioni Unite. L’export dagli Stati Uniti rimane forte, mentre le importazioni di arte e antichità sono in calo del 20%. Il commercio nel Regno Unito è diminuito e i dati di Hong Kong rivelano una frenata anche delle importazioni cinesi.
9. Vendite private attraverso mercanti e gallerie. Queste attività si sono mantenute consistenti. Asia e Medio Oriente hanno fatto registrare una forte crescita. Il segmento europeo dei mercanti (che è il più grande al mondo, con il 54% dei mercanti mondiali residenti in Europa) è cresciuto del 20% rispetto all’anno precedente.
10. Distribuzione del mercato tra mercanti e case d'asta. I mercanti detengono su scala mondiale una quota maggiore (62,5%) di fatturato rispetto alle case d'asta (37,5%).
11. Fiere d'arte e commercio online. Le fiere d’arte, sia locali sia internazionali, sono il luogo più importante per acquisire nuovi compratori. Il mercato dell'arte sembra avere raggiunto un consistente livello di accettazione delle vendite online come canale importante per le vendite di bassa gamma e di antichità.
12. Qualità e fiducia. La struttura portante del mercato dell’arte dipende fondamentalmente da qualità e fiducia; fattore chiave a questo fine è mantenere reputazione e credibilità per assicurare longevità, stabilità e resistenza. I mercati globali dell’arte sono radicati nella struttura della nostra società, storicamente e socialmente. La loro solidità dipende dalle fondamenta del commercio, più che dai suoi metodi operativi. C’è stato un sostanziale recupero dalla crisi finanziaria del 2008. C'è più ottimismo per il 2017.
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