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Roberto Mercuzio
Leggi i suoi articoliIl Walled Off Hotel di Banksy a Betlemme, che era stato chiuso in seguito agli attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre 2023 e alla successiva guerra tra Israele e Hamas, ha riaperto i battenti. L’Hotel era stato inaugurato nel 2017, proprio di fronte alla barriera israeliana di separazione in Cisgiordania: tutte le camere si affacciano quindi su lastre di cemento sormontate da filo spinato, che danno vita alla «peggiore vista di qualsiasi hotel al mondo», come disse lo stesso Banksy all’epoca dell'inaugurazione. Sul sito web del Walled Off, questo si definisce comunque «una struttura ricreativa completamente indipendente», creata e finanziata da Banksy. «Non è allineata ad alcun movimento politico o gruppo di influenza».
Wisam Salsaa, direttore dell’albergo, ha confessato agli organi di stampa specializzata che la chiusura all’epoca non era stata una decisione facile, ma che ora la riapertura è anche un segno di speranza. Certo, per molti in Palestina, e in particolare a Betlemme, il Walled Off Hotel è ormai molto più di un semplice luogo di soggiorno.
I prezzi dell’hotel vanno dai 70 dollari che si pagano per una notte in un letto a castello in una camera condivisa a 495 dollari per la suite presidenziale, che include una vasca da bagno, un home cinema e una fontana ricavata da un serbatoio d’acqua mitragliato. Le oltre 20 opere originali di Banksy installate in tutto l'hotel rimangano esposte. Come dice lo stesso direttore Salsaa, l’Hotel e la sua galleria sono stati «creati per disturbare il comfort». «E oggi la nostra missione sembra più necessaria che mai. Mentre riapriamo e diamo il benvenuto al mondo, lo facciamo non solo come hotel, ma come potente piattaforma culturale che porta la narrazione della Palestina a tutti coloro che varcano la nostra soglia. Le nostre porte aperte sono un simbolo del nostro impegno a condividere le storie che devono essere ascoltate e ad offrire uno spazio dove l’arte continua a parlare quando le parole non possono farlo».
Banksy ha una lunga storia di lavoro nella Striscia di Gaza e nella Cisgiordania occupata, avendo realizzato per la prima volta una serie di murales sul lato palestinese della barriera della Cisgiordania nel 2005. Le opere, molte delle quali sono state successivamente rimosse, comprendono la sagoma di una ragazza che fluttua verso l’alto tenendo in mano un mazzo di palloncini e un ragazzo con un secchio e una paletta che sbircia attraverso un enorme buco nel muro.
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