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Stefano Luppi
Leggi i suoi articoliGiorgio Villani ha tra i suoi principali temi di ricerca il Liberty e il Déco di cui sovente negli ultimi anni ha trattato su «Alias», inserto culturale del quotidiano «il Manifesto». Ora alcuni di questi testi escono rielaborati nel volume il cui titolo si ispira alla poesia Sopra una conchiglia fossile nel mio studio di Giacomo Zanella.
Il componimento è utile all’autore per far rivivere quel sentimento che unì il Liberty o Art Nouveau, diffuso tra fine Ottocento e primi anni del XX secolo al Déco, fenomeno che in Europa può datarsi tra il 1919 e il 1930 circa. Nella sua introduzione, Villani questo sentimento lo classifica come «una vita organica spiritualizzata e rarefatta, come una trasfigurazione del reale in forme che sapessero incantare l’anima. La conchiglia si trasforma allora nel guscio del paguro nelle cui valve madreperlacee il piccolo animale si rifugia, non udendo più che l’eco del mondo, il suo riflesso su pareti preziose».
Come a dire che la conchiglia è qui una metafora di quella degli esteti, realizzata in marmo, in alabastro, in vetro. Ecco dunque nei testi abbozzate le gesta di Josef Hoffmann, Koloman Moser, Klimt, Loos, Olbrich fino agli italiani De Carolis e Zecchin e altri. Ma quel che emerge di utile da questi scritti, arricchiti da recensioni di mostre e libri, non è tanto l’analisi dei singoli autori, abbozzata, quanto la rievocazione del clima artistico degli anni di Art Nouveau, Jugendstil, Sezessionstil e Art Déco. Il breve volume è completato da un utile indice dei nomi.
Dentro una conchiglia. Note d’arte sul Liberty e sul Déco
di Giorgio Villani, 88 pp., Bordeaux edizioni, Roma 2022, € 10
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