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Andrea Mantegna, «San Giorgio», 1459-60, Venezia, Gallerie dell’Accademia

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Andrea Mantegna, «San Giorgio», 1459-60, Venezia, Gallerie dell’Accademia

Genova celebra uno dei suoi quattro patroni: San Giorgio

A Palazzo Reale indagato lo stretto legame tra la leggendaria figura del martire bizantino e la Superba dal Medioevo al Cinquecento

Fino al primo marzo 2026 il Museo di Palazzo Reale di Genova ospita la mostra «San Giorgio. Il viaggio di un santo cavaliere dall’Oriente a Genova». Ispirata alla figura del santo cavaliere, la rassegna, a cura di Alessandra Guerrini, Luca Leoncini, Anna Manzitti e Gianluca Zanelli, costituisce il primo importante evento espositivo dedicato a uno dei quattro santi patroni del capoluogo ligure insieme a San Lorenzo, San Giovanni Battista e San Bernardo e per questo soggetto ricorrente nelle immagini religiose e sugli altari delle principali chiese cittadine ma anche presente, fin dall’epoca medievale, su documenti ufficiali, opere d’arte e manufatti legati alla storia della città. Figura dai tratti favolistici che interseca diverse tradizioni e culture del Mediterraneo, invocato come protettore dalla peste e simbolo degli uomini d’arme di tutta Europa, San Giorgio ha sempre ricoperto un ruolo privilegiato nell’immaginario iconografico della città di Genova in cui le rappresentazioni del santo ne riflettono la storia dal Medioevo sino all’epoca contemporanea, come testimonia la significativa scelta di intitolare al santo guerriero il nuovo viadotto edificato sulle macerie del ponte progettato da Riccardo Morandi nel 1967 e tragicamente crollato nell’agosto del 2018.

La mostra, come sottolinea il direttore di Palazzo Reale Luca Leoncini, nasce dall’impegno corale dei quattro curatori e dalla collaborazione con studiosi attivi in diversi campi con l’intento di indagare lo stretto legame tra la leggendaria figura del martire bizantino e la Repubblica di Genova dall’epoca medioevale sino alla metà del Cinquecento, ripercorrendo il ruolo del santo originario della Cappadocia tra arte e identità cittadina attraverso un percorso che pone particolarmente l’accento sulle antiche rappresentazioni medievali, espressione tangibile della devozione da sempre riservata a San Giorgio dalla Superba. È proprio nel Medioevo, infatti, che il culto per il cavaliere, che secondo la leggenda riuscì a sconfiggere il drago che infestava la città libica di Salem, salvando così la figlia del re che era stata estratta a sorte come vittima sacrificale, incarnò pienamente i valori della cavalleria, guadagnando una vastissima popolarità. La massiccia diffusione della sua devozione trovò il suo culmine al tempo delle crociate cristiane in Terrasanta, quando la vittoria del Santo sul drago apparve come un’allegoria del trionfo delle truppe cristiane sull’Islam e sugli infedeli, consacrando la figura del martire guerriero a protettore e patrono di soldati e combattenti. Popolare narrazione propria della letteratura agiografica cristiana, la figura di un eroe a cavallo appare distintiva e si ritrova anche in molte tradizioni e culti orientali, a testimonianza di come San Giorgio rappresenti una figura ancestrale quanto flessibile e trasversale che nei secoli ha costituito un solido punto di contatto tra l’Oriente e il mondo culturale e religioso occidentale. A espressione di tale legame al Teatro del Falcone numerose sono le opere esposte dedicate all’origine bizantina del santo cavaliere, evocata anche grazie a pregiati codici finemente miniati, all’interno di un percorso espositivo dedicato all’iconografia di San Giorgio che prende avvio da una riflessione sul rapporto tra la città di Genova e il suo patrono testimoniato da significative e preziose tracce iconografiche che ancora oggi manifestano come la Superba, fin dal Medioevo, abbia ricoperto un ruolo connettivo tra Oriente e Occidente. 

La mostra si concentra inoltre su approfondimenti legati alla natura guerriera del martire combattente attraverso opere che lo ritraggono mediante i più consueti e riconoscibili attributi iconografici, mentre una sezione a parte è costituita esclusivamente da opere di oreficeria provenienti da musei di tutta Europa; la conclusione del percorso è nuovamente dedicata a Genova e alle diverse testimonianze iconografiche disseminate nel tessuto cittadino che rimarcano lo stretto legame tra l’identità culturale della Repubblica di Genova e il suo santo patrono. Tra le opere pittoriche presenti in mostra spiccano le tele di Cosmè Tura ed Ercole de’ Roberti provenienti dalla Fondazione Cini, ma anche un dipinto di Vittore Carpaccio, conservato presso l’Abbazia di San Giorgio Maggiore di Venezia, e un un’opera di Andrea Mantegna dalle Gallerie dell’Accademia che manifestano come non solo nel capoluogo ligure, ma anche nella Repubblica di Venezia, crocevia tra l’universo culturale ed economico occidentale e quello orientale, il culto per la figura mitica di San Giorgio fosse particolarmente radicato. Attraverso mosaici, dipinti, stampe, bassorilievi, manoscritti e documenti la figura e la leggenda del santo cavaliere viene presentata attraverso opere provenienti da musei italiani e internazionali che ne celebrano la storia, mostrando come, nei secoli, l’immagine di San Giorgio sia stata ripetuta e reinventata da artisti e artigiani.

Margherita Fochessati, 10 dicembre 2025 | © Riproduzione riservata

Genova celebra uno dei suoi quattro patroni: San Giorgio | Margherita Fochessati

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