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Luana De Micco
Leggi i suoi articoliParigi. Il Grand Palais apre le porte all’«enfant terrible» della moda. La retrospettiva itinerante «Jean-Paul Gaultier» (che si tiene fino al 3 agosto) ha già accolto nel mondo un milione e mezzo di visitatori tra Montreal, San Francisco e New York , Madrid e Londra. Per il «ritorno a casa» dello stilista che, a 63 anni ha sempre la faccia da ragazzino, è stata pensata una scenografia ancora più spettacolare intorno a 175 modelli di alta moda e prêt-à-porter, dalle prime creazioni degli anni 70 agli abiti delle ultime sfilate.
Il caso vuole che la retrospettiva si tenga a due passi dal Palais de la Découverte dove, nell’ottobre del 1976, la giovane maison Gaultier presentò la sua prima collezione: «Non avrei mai pensato di diventare ricco e famoso. Ho avuto la fortuna di poter realizzare il mio sogno da bambino. Finire in un museo? Non me lo aspettavo. Pensavo che solo i morti esponessero nei musei. Ma mi sono lasciato convincere. Mi è piaciuto il progetto che voleva mostrare la vita ed essere un evento festoso», ha detto lo stilista inaugurando la mostra con i giornalisti il 30 marzo scorso. «Vivi» sono persino alcuni manichini che parlano e si animano grazie a una sorprendente tecnica di proiezione realizzata dalla compagnia teatrale canadese Ubu (lo stesso Gaultier ha prestato il volto e la voce a uno dei manichini).
Entriamo nel Grand Palais. Le luci sono basse. Si simula una sfilata di moda con le modelle che circolano su una pedana in movimento e gli spettatori seduti in ammirazione. Ci stupisce scoprire che il primo oggetto esposto in una vetrina non è un abito, ma un orsacchiotto con due coni argentati a mo' di seni. È Nanà, l’amico d’infanzia dello stilista: «Sfatiamo il mito che sia stata Madonna a indossare per prima il bustino con le coppe a punta, ha raccontato lo stilista. Nanà è stata la mia prima icona, il primo a indossare i seni a cono. I miei genitori non avevano voluto regalarmi una bambola perché non sembrava adatto a un bambino».
C’è il primo modello del 1971, un velo azzurro da Mille e una notte, disegnato come apprendista da Pierre Cardin. Ci sono gli abiti in stile marinière rivisitato con le piume di struzzo, la pelliccia di visone e le perle, le lunghe tuniche Tour Eiffel e Pigalle, i sensuali abiti-guêpière, i costumi realizzati per Luc Besson («Il quinto elemento») e Pedro Almodóvar («Kika» e «La mala educación»), l’abito sirena indossato da Marion Cotillard per la cerimonia degli Oscar del 2008. «Secondo me non esiste una sola bellezza, ma tante. La bellezza si annida nella differenza, bisogna essere capaci di vederla» ha aggiunto lo stilista, che guarda la vita con occhi impertinenti e ama sfidare gli stereotipi. Resta il sogno nel cassetto di vestire le ballerine delle Folies Bergère.


Jean Paul Gautier al Grand Palais. Foto Luana De Micco

Jean Paul Gautier al Grand Palais. Foto Luana De Micco

Jean Paul Gautier al Grand Palais. Foto Luana De Micco

Mostra «Jean Paul Gautier» al Gran Palais. Foto Luana De Micco

Mostra «Jean Paul Gautier» al Gran Palais: l'orso Nanà. Foto Luana De Micco
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