
IL NUMERO DI LUGLIO-AGOSTO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Arte
IL NUMERO DI LUGLIO-AGOSTO 2025 in edicola
In allegato:
Vernissage
IL NUMERO DI LUGLIO-AGOSTO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Economia
IL NUMERO DI LUGLIO-AGOSTO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale delle Mostre
IL NUMERO DI LUGLIO-AGOSTO 2025 in edicola
In allegato:
Speciale Viaggi d'Arte
IL NUMERO DI LUGLIO-AGOSTO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Arte
IL NUMERO DI LUGLIO-AGOSTO 2025 in edicola
In allegato:
Vernissage
IL NUMERO DI LUGLIO-AGOSTO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Economia
IL NUMERO DI LUGLIO-AGOSTO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale delle Mostre
IL NUMERO DI LUGLIO-AGOSTO 2025 in edicola
In allegato:
Speciale Viaggi d'ArteVerifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Una struttura circolare formata da dodici altalene, sospesa sul crinale di una collina nei pressi di Capalbio Scalo, ha inaugurato il 28 giugno nell’ambito della rassegna di arte contemporanea
- Riccardo Deni
- 07 luglio 2025
- 00’minuti di lettura


Francesco Arena, «La dodicesima altalena»
Courtesy l’artista e Hypermaremma. Crediti fotografici Daniele Molajoli
Francesco Arena firma un nuovo intervento site-specific per Hypermaremma, tra gioco e riflessione
Una struttura circolare formata da dodici altalene, sospesa sul crinale di una collina nei pressi di Capalbio Scalo, ha inaugurato il 28 giugno nell’ambito della rassegna di arte contemporanea
- Riccardo Deni
- 07 luglio 2025
- 00’minuti di lettura
Riccardo Deni
Leggi i suoi articoliUna struttura circolare formata da dodici altalene, sospesa sul crinale di una collina nei pressi di Capalbio Scalo. È questo il nuovo intervento dell’artista Francesco Arena, inaugurato sabato 28 giugno nell’ambito del programma di Hypermaremma, rassegna di arte contemporanea che dal 2019 anima il territorio della bassa Maremma. Il titolo dell’opera è «La dodicesima altalena», e come spesso accade nel lavoro di Arena, l’essenzialità formale nasconde molteplici strati di senso.
L’opera si presenta con una struttura semplice e riconoscibile, quasi infantile: un cerchio di altalene. Ma non si tratta solo di un oggetto ludico. Ogni seduta, realizzata in bronzo presso la storica Fonderia Artistica Battaglia di Milano, reca inciso un enunciato. Frasi che mescolano affermazioni dell’artista con citazioni di pensatori e figure storiche. Solo una delle dodici altalene è diversa: non porta alcuna incisione. È “la dodicesima”, quella che – rompendo il ritmo degli assoluti – introduce una possibilità di ambiguità, di dubbio, forse anche di libertà.
La scelta del bronzo non è casuale: materiale “monumentale” per eccellenza, conferisce alle parole una pretesa di permanenza. Ma l’oscillazione del gioco, il movimento stesso del corpo che interagisce con l’opera, disinnesca ogni rigidezza. L’intervento, in questo senso, si completa solo con la partecipazione attiva di chi lo attraversa, lo esplora, lo abita. Un invito a riflettere sulla natura delle verità, sul loro carattere relativo, sull’instabilità come condizione essenziale dell’esperienza.
Arena, nato nel 1978 in Puglia, vive e lavora nella sua regione d’origine. Da anni porta avanti una ricerca che coniuga storia collettiva e vissuto personale, senza scivolare nella narrazione privata né nell’enfasi storicista. I suoi lavori prendono forma attraverso numeri, misure, dati oggettivi, che però diventano strumenti di lettura sensibile della realtà. Le sue installazioni, spesso minimali nella forma, aprono spazi di riflessione che non impongono un messaggio ma piuttosto creano le condizioni perché il pensiero possa emergere. Il suo lavoro è stato esposto in contesti internazionali, da Art Basel al MAXXI di Roma, dalla Biennale di Venezia alla Triennale di Milano. Alcune delle sue opere pubbliche sono installate permanentemente in luoghi come il Parco Archeologico del Colosseo o la Khao Yai Art Forest in Thailandia.
La collaborazione con Hypermaremma nasce in sintonia con la visione del progetto: attivare il paesaggio maremmano attraverso interventi artistici che ne rispettino le specificità, senza monumentalizzarlo né consumarlo. Le opere del festival sono pensate per essere fruite liberamente, in qualsiasi momento, al di fuori di spazi chiusi o orari prestabiliti. L’arte, così, entra a far parte del paesaggio e del tempo quotidiano, senza barriere.