«Eye 4 - Detect, perceive, explore» (2023) di Milo Poelman

© Milo Poelman / Text-Davinci-003

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«Eye 4 - Detect, perceive, explore» (2023) di Milo Poelman

© Milo Poelman / Text-Davinci-003

Fotografia e intelligenza artificiale, due facce della stessa medaglia

Una nuova collettiva in apertura al Foam di Amsterdam analizza il rapporto tra i due medium per avanzare ipotesi sul loro futuro

«Se l’occhio nudo non riesce a distinguere tra un’immagine generata dall’intelligenza artificiale e una fotografia, cosa significa questo per la nostra comprensione della fotografia?»: è questa l’ultima provocazione del Foam di Amsterdam, che si impegna ad affrontarla in «Missing Mirror: Photography Through the Lens of A.I.», nuova collettiva in arrivo nella capitale olandese a partire dal 31 maggio. Piuttosto che focalizzarsi sulla rivoluzione messa in atto in campo fotografico dall’avanzata dell’intelligenza artificiale, il museo vuole instaurare un dialogo tanto critico quanto costruttivo sulla commistione tra IA e fotografia e ciò che l’incontro tra questi due mondi comporta per il futuro di entrambi.

In vista dell’evento, Katy Hundertmark, managing editor di Foam Magazine, approfondirà l’intersecarsi di arte, tecnologia e società, un fenomeno che sta riscrivendo la storia del nostro tempo, in una lecture che, partendo dai progetti protagonisti del nuovo numero della rivista, metterà a nudo come l’IA rimodelli il modo in cui percepiamo e interagiamo con la realtà.

Per comprendere al meglio l’impatto che questo mezzo sta esercitando sul linguaggio visivo contemporaneo e l’emergere di nuovi trend in campo fotografico a esso connessi, Foam ha deciso di coinvolgere esclusivamente artisti la cui sperimentazione si appoggia in egual modo alla fotografia e all’intelligenza artificiale. 

Sebbene a oggi non siano disponibili ulteriori informazioni riguardo ai nomi o alle opere presentati in questa vetrina, il comunicato stampa rilasciato in occasione della mostra ci sprona a riflettere sulla continua trasformazione di cui il medium fotografico è stato protagonista sin dagli albori del XIX secolo. Concependo la manipolazione visiva come una parte integrante di questo percorso evolutivo, che si tratti di tecniche analogiche utilizzate da decenni all’interno della camera oscura o del cambiamento epocale apportato dall’arrivo di Photoshop, «Missing Mirror: Photography Through the Lens of A.I.» ci ricorda come l’IA «generi immagini iperrealistiche basate su fotografie, sollevando profonde questioni sociali», spiegano gli organizzatori.

Mettendo in discussione la stessa definizione di fotografia, la mostra collettiva ci sfida a trovare la risposta a un ulteriore quesito: se i generatori di immagini IA attingono alla storia della fotografia, possiamo allora chiamare le immagini da questi generati «fotografiche», sebbene strettamente parlando queste non lo siano? Ai posteri, la sentenza.

Gilda Bruno, 10 aprile 2024 | © Riproduzione riservata

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