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Etruschi parlanti

Luana De Micco

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A Montpellier l'esposizione dal titolo «Les Etrusques en toutes lettres» fino al 29 febbraio

La Francia si appassiona alla civiltà etrusca. Dopo le mostre che il Louvre-Lens e il Musée Maillol di Parigi hanno dedicato all’antico popolo italico lo scorso anno, una nuova esposizione dal titolo «Les Etrusques en toutes lettres» si tiene dal 17 ottobre al 29 febbraio presso il sito archeologico Lattara-Musée Henri Prades di Montpellier.

A Lattara, un antico porto gallico attivo per più di sette secoli, l’archeologo Prades, che dà il nome al museo, portò alla luce nel corso degli anni Sessanta diversi graffiti estruschi, una delle rare testimonianze di scrittura etrusca in Francia.
Attraverso un’ottantina di reperti, con prestiti dal Louvre e dai musei archeologici di Firenze, Cortona e Zagabria, la mostra fa il punto sulle ultime ricerche sul tema, sapendo che per diversi aspetti la lingua etrusca resta ancora un mistero.

Uno dei pezzi esposti più prestigiosi arriva dal museo di Cortona, dove la stessa mostra sarà allestita nel 2016. Si tratta della famosa tavola di Cortona, la Tabula Cartonensis, una lamina di bronzo del III-II secolo a.C. in otto frammenti (di cui uno è andato perso) su cui è inciso uno dei testi etruschi più lunghi giunto fino a noi.

Dal Louvre, che possiede un centinaio di iscrizioni etrusche (il museo pubblicherà un catalogo ragionato della sua collezione all’inizio del prossimo anno), arriva la maggior parte degli oggetti, alcuni dei quali esposti per la prima volta. Tra questi, due vasi «parlanti» che portano l’iscrizione del nome del proprietario. Il testo «dà voce» al vaso, come se fosse quest’ultimo a parlare in prima persona: «Sono il vaso di…».
Su uno si legge il nome di Lucius Mezentius, forse un parente del famoso re etrusco di Caere, Mezenzio, che figura nel poema virgiliano «Eneide».

Luana De Micco, 05 ottobre 2015 | © Riproduzione riservata

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Etruschi parlanti | Luana De Micco

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