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Luca Scarlini
Leggi i suoi articoliElecta manda in libreria una nuova collezione di Storie, libri che narrano vicende dell’arte dal punto di vista della biografia, dell’invenzione e della memoria. I primi due titoli presentati sono Amedeo, je t’aime di Francesca Diotallevi, 248 pp., €18,90) e L’orologio di Orfeo di Simon Goodman (368 pp., €19,90).
Nel primo caso si tratta di un ritratto di Modigliani, tornato all’attenzione in varie scritture degli anni recenti, visto specialmente nei tre febbrili anni di relazione con Jeanne Hébuterne, tra ritratto della Bohème parigina e tentativo di ricostruzione di un legame d’amore tanto profondo quanto devastante.
Simon Goodman affronta un nodo doloroso, che concerne la sua famiglia. Goodman è infatti l’americanizzazione dell’originario Guttmann. I nonni avevano una fortuna e vivevano in una villa in Olanda, di grande fasto, che aveva alle pareti opere di grandi maestri.
Da accenni sparsi, l’autore aveva compreso che molte opere erano state alienate per finanziare la fuga in Inghilterra, ma solo alla morte del padre aveva ritrovato numerose scatole in cui il genitore aveva raccolto tutte le informazioni che aveva potuto sulle ruberie d’arte dei gerarchi nazisti.
Da lì scatta l’interesse dell’indagine, compiuta con numerose ricerche d’archivio, per scoprire dove erano finiti i capolavori di famiglia, opere di Hals, Lyotard, Degas, Renoir, e anche il prezioso oggetto cui fa riferimento il titolo del libro, capolavoro di un orafo tedesco dell’Ottocento, che era uno dei pezzi più preziosi della collezione.
Il libro è una detective story di buona fattura che ricostruisce come il destino dei capolavori sia spesso manipolato dalla storia, tema che corre anche nel recente film «The Woman in Gold» di Simon Curtis, in cui viene ricostruita la storia esemplare della azione di Maria Altmann per recuperare il meraviglioso «Ritratto di Adele Bloch-Bauer» di Gustav Klimt, sottratto alla sua famiglia e conservato contro ogni logica per decenni nel Belvedere a Vienna.
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