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Santa Marta al Collegio Romano è un esempio «virtuoso» di riutilizzo: confiscata insieme all'adiacente monastero nel 1872, salvata negli anni sessanta dalla trasformazione in palestra, oggi è di proprietà del Ministero dei Beni culturali che al suo interno a ottobre 2017 ha inaugurato con successo «Restauro aperto», laboratorio per gli affreschi dell'Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro aperto ai visitatori

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Santa Marta al Collegio Romano è un esempio «virtuoso» di riutilizzo: confiscata insieme all'adiacente monastero nel 1872, salvata negli anni sessanta dalla trasformazione in palestra, oggi è di proprietà del Ministero dei Beni culturali che al suo interno a ottobre 2017 ha inaugurato con successo «Restauro aperto», laboratorio per gli affreschi dell'Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro aperto ai visitatori

Dio non abita più qui. Ora in chiesa ci sto io

Il problema della dismissione dei luoghi di culto cattolici non è una questione recente

Federico Castelli Gattinara

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Si è svolto il 29 e 30 novembre nell’aula magna della Pontificia Università Gregoriana il convegno internazionale «Dio non abita più qui? Dismissione di luoghi di culto e gestione integrata dei beni culturali ecclesiastici», organizzato dalla stessa università insieme al Pontificio Consiglio della Cultura e alla Cei-Conferenza Episcopale Italiana, con mattinate aperte a tutti e pomeriggi riservati ai delegati delle conferenze episcopali di Europa, America settentrionale e Oceania.

Il problema della dismissione dei luoghi di culto cattolici non è una questione recente, e già nel 1987 la Pontificia Commissione Centrale per l’Arte Sacra in Italia pubblicava una «Carta sulla destinazione d’uso degli antichi edifici ecclesiastici» che metteva a fuoco in particolare la situazione nostrana e il patrimonio immobiliare requisito a seguito dell’Unità d’Italia, proponendo linee guida in materia di restauro architettonico. Dopo trent’anni la Santa Sede torna a confrontarsi su un tema alla fine poco scandagliato, privo di indagini sistematiche, nonostante l’attenzione da parte dei media a fenomeni quali la vendita delle chiese e la loro trasformazione in appartamenti, negozi, locali, palestre, moschee o altro. Fenomeno che ha avuto un peso maggiore in Francia, Belgio, Olanda, Germania, Svizzera, Stati Uniti e Canada, ma molti casi anche in Italia, e ha coinvolto anche le chiese protestanti.

Le cause sono individuate soprattutto nella riduzione delle comunità cristiane (abbandono di pratica religiosa e di vocazioni), nonostante l’alta valenza simbolica delle chiese per le comunità, che quasi sempre si oppongono alle loro dismissioni. Un fenomeno affrontato in ordine sparso dalle varie conferenze episcopali, mentre università e centri accademici europei e nord americani hanno prodotto nell’ultimo decennio diversi studi che indagano il tema sotto il profilo giuridico e tecnico, con particolare attenzione alle novità di progettazione architettonica.

Il convegno è stato un momento di sintesi dal punto di vista sociologico e giuridico, ma anche pastorale, con esempi e proposte di soluzioni per i beni immobili e mobili tutte orientate a una sorta di «restituzione di dignità» e «riappropriazione d’uso» alternative alla vendita o demolizione. E nuove «linee guida» su dismissioni e riuso (la scelta ultima è dei vescovi) che spingono al coinvolgimento delle comunità locali e cercano intese con le autorità civili. Hanno fatto da corollario una «Call for posters and papers» rivolta a ricercatori e centri accademici per conoscere gli studi in corso o appena completati e un contest fotografico.
 

Santa Marta al Collegio Romano è un esempio «virtuoso» di riutilizzo: confiscata insieme all'adiacente monastero nel 1872, salvata negli anni sessanta dalla trasformazione in palestra, oggi è di proprietà del Ministero dei Beni culturali che al suo interno a ottobre 2017 ha inaugurato con successo «Restauro aperto», laboratorio per gli affreschi dell'Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro aperto ai visitatori

Federico Castelli Gattinara, 02 dicembre 2018 | © Riproduzione riservata

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