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Luana De Micco
Leggi i suoi articoliIl 14 settembre riapre il Musée Maillol. Il museo parigino nell’Hôtel Bouchardon, fondato nel 1995 da Dina Vierny, musa dello scultore Aristide Maillol, aveva chiuso improvvisamente i battenti il 15 febbraio 2015 tra le polemiche. Una crisi legata soprattutto al fallimento della Tecniarte, la società gestita da Patrizia Nitti che dal 2009 organizzava le mostre temporanee del museo per conto della Fondation Dina Vierny-Musée Maillol.
Da alcuni anni l’istituzione si era dovuta confrontare con un calo di visitatori e con le numerose critiche legate alla politica di esposizioni della Nitti, l’ultima delle quali dedicata ai Borgia. Alcuni mesi fa è stata dunque annunciata la firma di un nuovo contratto con Culturespaces, uno dei maggiori operatori culturali privati in Francia, che si occupa tra l’altro, sempre a Parigi, del Musée Jacquemart-André. Nell’ultimo anno e mezzo, il museo è stato al centro di un importante cantiere di ristrutturazione.
Il palazzo della rue de Grenelle, dove visse anche Alfred de Musset tra il 1820 e il 1840, caratteristico per la facciata con la fontana scolpita detta delle Quattro Stagioni, è stato restaurato. Sono stati modernizzati gli impianti tecnici. Le mostre temporanee si terranno negli spazi ampliati del piano terra e del primo piano, mentre la collezione permanente è collocata al secondo piano. Il percorso è stato completamente ripensato. Il nuovo allestimento punta a mostrare i diversi aspetti del lavoro di Maillol.
In apertura si ricorda per esempio che lo scultore iniziò con la pittura: nella prima sala sono esposte le prime tele degli anni 1880-90. Dello stesso periodo sono anche le prime sculture in legno. Le sale seguenti presentano i cartoni preparatori di alcuni arazzi, mentre in vetrine sono esposti i primi modelli in terracotta o gesso e piccoli bronzi. È stato allestito un cabinet con gli schizzi e i disegni a pastello o sanguigna. Le grandi sculture, con la serie dei celebri nudi femminili, occupano ampie stanze luminose. Tra il 1929 e il 1944, e soprattutto dopo l’incontro con Dina Vierny, nel 1934, lo scultore riprese i pennelli.
Il percorso si chiude sulle ultime pitture e i disegni di grande formato e l’ultima scultura-testamento, «Harmonie», dedicata alla sua musa. Il museo riapre con la mostra «Tout est art?» dedicata al francese Benjamin Vautier, in arte Ben, che si tiene fino al 15 gennaio.
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