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Particolare della Cappella Pazzi in Santa Croce a Firenze

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Particolare della Cappella Pazzi in Santa Croce a Firenze

Dettaglio per dettaglio, perché la Cappella Pazzi non è di Brunelleschi

Marvin Trachtenberg, in un volume che raccoglie due saggi usciti negli anni ’90 su «Casabella», assegna la paternità del capolavoro fiorentino a Michelozzo

Stefano Luppi

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In Cappella Pazzi. Brunelleschi il mito, Michelozzo l’autore Marvin Trachtenberg (Tulsa, 1939), allievo di Wolfgang Lotz e Richard Krautheimer e già docente dell’Institute of Fine Arts della New York University, ripropone due saggi apparsi su «Casabella» nel giugno 1996 e nel febbraio 1997 (suscitando accese reazioni nel mondo accademico e sulla stampa) che mettono in discussione la paternità, accreditata per tradizione dagli studi di uno dei monumenti più celebri dell’architettura fiorentina. 

La Cappella Pazzi di Santa Croce, secondo lo studioso statunitense specialista di architettura medievale e rinascimentale, non è opera di Filippo Brunelleschi (Firenze, 1377-1446), ma di Michelozzo (Michele di Bartolomeo Michelozzi, 1396-1472) che dopo gli inizi con Ghiberti lavorò con Donatello al monumento funebre dell'antipapa Giovanni XXIII e al pulpito del Duomo di Prato prima di costruire ville e castelli medicei nell’area fiorentina. La Cappella Pazzi, per via della sua straordinarietà e per la somiglianza con la Sagrestia Vecchia della Chiesa di San Lorenzo, è, come spiega Trachtenberg, un esempio della mistica che non di rado offusca le nostre interpretazioni dei massimi capolavori dell’architettura del Rinascimento. 

Ritenuta frutto dell’ingegno di Brunelleschi, ha fatto di Michelozzo l’artefice della sua costruzione, la prima vittima del mito che si è venuto consolidando intorno alla figura dell’architetto della Sagrestia Vecchia. «La Cappella Pazzi, scrive Trachtenberg, non solo ne varia il modello, ma lo sovverte e lo contraddice; l’antitesi stilistica tra i due edifici coinvolge ogni aspetto del progetto e dell’esecuzione». Quella brunelleschiana fu ideata nel 1422-29 e quella dei Pazzi nel 1442-60: per l’autore la seconda si differenzia tecnicamente per dettagli e per logica costruttiva, ben analizzati nelle pagine.

La data di pubblicazione del volume Electa, il 2 luglio, è caduta a seicento anni esatti del documentato cantiere di Santa Croce che, dopo un terribile incendio, comportò anche la costruzione della cappella oggetto dello studio.

Cappella Pazzi. Brunelleschi il mito, Michelozzo l’autore
di Marvin Trachtenberg, traduzione della premessa a questa edizione di Laura Guidetti, 112 pp., 90 ill., Electa, Milano 2024, € 20

La Cappella Pazzi a Firenze

La copertina del volume

Stefano Luppi, 29 agosto 2024 | © Riproduzione riservata

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Dettaglio per dettaglio, perché la Cappella Pazzi non è di Brunelleschi | Stefano Luppi

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