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Samantha De Martin
Leggi i suoi articoliSimili a gocce di pioggia della foresta pluviale del Guatemala, imbevute di vento, foglie, umidità, le opere di Vivian Suter (Buenos Aires, 1949) si allungano dal soffitto della Serra Monumentale dell’Orto Botanico di Roma come una connessione ancestrale, a ricordare il nostro essere parte di un mondo più ampio e interconnesso.
Fino al 14 dicembre il terzo appuntamento del 2025 di Conciliazione 5, il progetto di arte contemporanea ideato in occasione del Giubileo dal Dicastero per la Cultura e l’Educazione del Vaticano e curato da Cristiana Perrella, vede l’artista svizzero-argentina confrontarsi con il tema dell’ambiente e della relazione dell’uomo con la natura.
Dopo Yan Pei-Ming, che ha lavorato sulla condizione carceraria in relazione con la comunità della casa circondariale di Regina Coeli, e Adrian Paci, che ha concentrato la propria ricerca sulla potenza trasformativa del viaggio, Conciliazione 5 accoglie adesso una nuova sfida proposta dal Giubileo, confrontandosi con la tematica ambientale.
All’opening svoltasi all’Orto Botanico, uno dei poli museali di Sapienza Università di Roma, sono intervenuti Antonella Polimeni, rettrice della Sapienza, il cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, Cristiana Perrella, curatrice della mostra e l’artista Vivian Suter.
«La coraggiosa visione artistica di Vivian Suter, ha detto il cardinale José Tolentino de Mendonça, ci ricorda che ciò che ci connette alla natura è un legame indissolubile che non può essere tradito senza tradire noi stessi. Siamo il risultato di scambi, negoziazioni, sogni condivisi, da sviluppare in coautorialità. Facendo della natura un’agente del processo di creazione, l’artista testimonia una nuova consapevolezza del significato della nostra relazione con il creato. Il suo linguaggio umile, poroso, sensibile potrà servire da codice efficace di comunicazione in risposta a una società purtroppo polarizzata e indifferente».
Il progetto coinvolge due sedi. Nella Serra Monumentale dell’Orto Botanico, luogo simbolico di biodiversità e fragilità dell’ecosistema, ma anche metafora, come ha sottolineato la rettrice Polimeni, di come specie e culture differenti possano arricchirsi reciprocamente, i lavori di Suter si mimetizzano per poi animarsi grazie alla luce che filtra dalle vetrate.
Nello spazio di via della Conciliazione 5, a pochi metri dalla Basilica di San Pietro, le pennellate istintive che invadono il pavimento, le pareti, il soffitto, escono dallo spazio bianco della window gallery, aperta 24 ore su 24, per avvolgere il visitatore con le loro forme astratte.
«Le opere di Vivian Suter, ha detto Cristiana Perrella, nascono sempre da un’unione totale con l’ambiente naturale perché l’artista vive in Guatemala, sulle sponde del Lago Atitlán, in un luogo in cui la natura ha una forza enorme, al punto da diventare coautrice dei suoi dipinti. Se nella Serra dell’Orto botanico questo rapporto è più manifesto e l’intervento dell’artista diventa quasi mimetico, rispettoso dell’ambiente e delle piante che sono presenze vive, a Conciliazione 5 l’installazione diventa immersiva».
La stessa Suter riconosce alla natura un ruolo importante nel completamento del suo lavoro, che porta avanti in un’ex piantagione di caffè, affidando alla casualità e all’imprevisto il risultato finale.
«Ho iniziato a lavorare all’aria aperta da quando mi sono trasferita in Guatemala, racconta l’artista. Lì ho capito quanto importante fosse per me il rapporto con la natura. La mia pratica è adesso influenzata dal suono degli uccelli e delle foglie, della pioggia. Anni fa, durante un violento uragano vicino casa il mio studio si allagò e i miei lavori furono coperti dal fango. Mi accorsi che il fango che si era seccato sulla pittura aveva lasciato delle belle tracce. Capii in quel momento che dovevo lasciare che la natura interferisse con il mio lavoro».
Non solo casualità. Nelle sue installazioni ogni forma trova un riferimento puntuale nella realtà e nel paesaggio. Alcuni elementi sono riconoscibili, come i vulcani, la sagoma di Nina, uno dei suoi tre cani, il nipote dell’artista, gli alberi, il lago. Altri sfuggono.
«Chissà, auspica Suter, che anche nella luce di Roma non trovi ispirazione per il mio prossimo lavoro».

Un’installazione di Vivian Suter nello spazio di Conciliazione 5. Photo: Francesco Gili. Courtesy Dicastero per la Cultura e l’Educazione della Santa Sede