Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Image

Da trent’anni con il cuore oltre l’ostacolo

Stefano Luppi

Leggi i suoi articoli

Appassionato fin da giovanissimo all’arte contemporanea, Alfonso Artiaco ha aperto la galleria a Pozzuoli a soli ventidue anni, inaugurando il 13 dicembre 1986 con opere, tra gli altri, di Paolini, Kounellis, Warhol, Beuys, Pistoletto, Schifano, Ontani, Cucchi, Boetti, Pisani e Alfano. Nel 2003 si è trasferito a Napoli negli spazi di piazza dei Martiri che furono di Lucio Amelio e nel 2012 all’interno del settecentesco palazzo nobiliare De Sangro di Vietri in piazzetta Nilo, in uno spazio che consente allestimenti dal carattere museale.

Alfonso Artiaco, nel 2006 lei ha celebrato i venti anni di attività con la mostra «Dedica» al Pan. Dieci anni dopo, invece, festeggia con una collettiva in galleria. Perché?
Dieci anni fa facemmo quella mostra su invito dell’amministrazione comunale e soprattutto dell’assessore alla cultura di allora Nicola Oddati. Vennero a sapere che avevo l’idea di celebrare il ventennale della galleria e, siccome la programmazione del Pan prevedeva una rassegna, mi invitarono a farla lì. Pensarono che il mio progetto fosse adatto per quel museo e io accettai l’invito. Per il trentennale, invece, ho deciso di realizzarla in galleria.

Ha fondato la sua galleria il 13 dicembre 1986. Che cosa ricorda di quel periodo?
Ero davvero molto giovane, avevo appena ventidue anni, ero animato da un grande entusiasmo, naturalmente. Ebbi subito la voglia di gettare il cuore oltre l’ostacolo: sa come si fa da ragazzi. Avevo l’intenzione di offrire un’estetica diversa in un territorio, come quello di Pozzuoli, che non conosceva il mondo del contemporaneo. Certo non fu affatto semplice a quella età gestire e programmare una galleria d’arte, ma il mio metodo di lavoro è stato immediatamente chiaro. Inaugurammo con una collettiva intitolata «Possibilità di collezione» e, successivamente, con una mostra collettiva sulla Narrative Art per poi procedere con mostre personali di Gilberto Zorio, Luigi Mainolfi, Sol LeWitt, Giuseppe Penone, Giovanni Anselmo e questo diede immediatamente alla galleria una forte credibilità.

La sua galleria ha da sempre una doppia anima, in parte rivolta al piano internazionale, in parte al coinvolgimento del territorio.
Questa scelta è stata mia fin dagli inizi. Trovavo che non avesse senso, e naturalmente lo penso ancora oggi, lavorare scollegati dal territorio in cui si opera. Non parlerei però di una parte locale e di una parte internazionale della attività espositiva perché non c’è una separazione, quanto piuttosto una visione organica. Non mi importa dove sono nati gli artisti che espongo. Ovviamente devono interessarmi.

Nel 2002, quando il suo nome era ormai affermato, ha deciso di trasferire la sua galleria a Napoli. Perché?
Ho aperto il mio spazio a Napoli quando alcune gallerie avevano chiuso e altre avevano spostato altrove il loro baricentro. Ho ritenuto che fosse utile muoversi su Napoli per continuare a difendere una  tradizione che la città ha sempre avuto sul contemporaneo.

È facile comprendere che la sua passione artistica è per il contemporaneo. Che cosa pensa dell’arte antica?
Apprezzo l’arte nella sua complessità, poi, certo, i miei interessi sono evidenti. Però in casa dormo sotto un dipinto di Mattia Preti e ho anche un bell’Andrea Vaccaro.

Come sono cambiati il mondo dell’arte e il mercato in questi trent’anni?
Non nego che negli scorsi anni ci siano stati alcuni momenti di sofferenza. Tuttavia ora il mercato mi sembra più dinamico. Inoltre, va detto che, diversamente dal passato, la galleria non è più frequentata solo dagli addetti ai lavori. Oggi il pubblico è sempre più vasto e interessato. Noi che ci occupiamo di arte siamo dei privilegiati. Conosciamo e lavoriamo con gli artisti, che in genere sono persone animate da una sensibilità speciale.

Il 17 dicembre inaugura «30th Anniversary», con cui celebra fino al 4 febbraio il suo trentennale. Come si sviluppa la mostra?
Abbiamo deciso di ripercorrere questi tre decenni attraverso una selezione degli artisti e delle opere esposte in questo arco di tempo. Saranno tantissimi i nomi presenti, da Carl Andre ad Ann Veronica Janssens, da Giulio Paolini ad Albert Oehlen, da Giovanni Anselmo ad Andres Serrano, da Perino & Vele a  Botto&Bruno e molti altri con cui ho lavorato e con cui lavorerò, come Jimmie Durham e Adel Abdessemed.

Progetti per il 2017?
Abbiamo già il programma completo per il prossimo anno. Avremo una personale di Andres Serrano a febbraio e una mostra di Thomas Hirschhorn ad aprile, mentre a giugno una collettiva sulla Nuova Scena Americana a cura di Piper Marshall. Inoltre, dopo aver partecipato a dicembre ad Art Basel a Miami Beach, nel 2017 saremo ad Art Basel di Hong Kong, poi a Frieze di New York e a Basilea.




Da ricordare infine che fino al 10 dicembre la Galleria Alfonso Artiaco ospita una personale di Wolfgang Laib con dodici opere inedite realizzate mescolando cera d’api, riso e polline con marmo e ottone.


Stefano Luppi e Olga Scotto di Vettimo

Stefano Luppi, 14 dicembre 2016 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

Il Man di Nuoro illustra come il potere simbolico e mitico delle figure arcaiche, custodite entro i confini dell’insularità, si sia rigenerato, dopo secoli, in maestri moderni come Arp, Miró e Giacometti

La facciata era nascosta da un cantiere fermo da 10 anni. Ora si sta procedendo al suo recupero, al consolidamento del convento e al restauro delle opere mobili interne

Rientra nel progetto «Into the Light» la mostra che la Reggia di Venaria dedica all’artista inglese, che dà vita alle sue installazioni a partire dal rapporto tra la luce e i luoghi che le ospitano

Alla Biennale Internazionale della Ceramica d’Arte Contemporanea 107 artisti da 41 Paesi (19 italiani) testimoniano la crescente attenzione verso questo linguaggio scultoreo

Da trent’anni con il cuore oltre l’ostacolo | Stefano Luppi

Da trent’anni con il cuore oltre l’ostacolo | Stefano Luppi