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Christie’s parte bene a New York: Rothko, Monet, Picasso e Hockney guidano una serata da 600 milioni di dollari

In una sola notte, la maison e l'intero sistema dell'arte hanno raccolto più che in tutti i mesi precedenti: un'aggiudicazione sopra la soglia dei 50 milioni, tre opere che vi ci sono avvicinate moltissimo, tanti altri buoni risultati e alcuni record battuti

Davide Landoni

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17 novembre, New York, Rockefeller Center. Nell’affollata sala di Christie’s, dove l’aria vibrava di aspettative e il brusio dei telefoni accompagnava il susseguirsi di palette alzate, la settimana di vendite dedicate all’arte moderna e contemporanea si è aperta con un doppio incanto di buon auspicio per quelle che potrebbero essere giornate cruciali per l'intero sistema. La Collezione di Robert F. e Patricia G. Ross Weis, seguita dalla 20th Century Evening Sale, hanno totalizzato nel complesso quasi 690 milioni di dollari, vendendo il 96% dei lotti offerti. Un risultato che rilancia il mercato internazionale (che nel 2025 ancora non era riuscito a esprimersi ai massimi livelli) e la centralità di New York, che ha consolidato gli ottimi segnali arrivati in ottobre da Parigi e Londra.

Il primo capitolo della serata orchestrata da Adrien Meyer è stato un percorso attraverso una delle collezioni più raffinate del Novecento americano, la Weiss Collection. Il top lot, Mark Rothko, «No. 31 (Yellow Stripe)» (1958), è stato aggiudicato per 62 milioni di dollari. Si tratta del primo lotto, in assoluto, a superare la soglia dei 50 milioni di dollari nel 2025. Dunque, anche se probabilmente solo per un giorno, è anche l'opera più costosa dell'intera annata. A seguire, il poetico ritratto di Pablo Picasso, «La Lecture (Marie-Thérèse)» (1932), ha raggiunto 45 milioni di dollari, confermando l’appeal intatto delle opere dedicate alla musa che ha segnato gli anni Trenta del maestro spagnolo. Henri Matisse, «Figure et bouquet (Tête ocre)» (1937), ha superato ampiamente la stima massima assestandosi a 32 milioni di dollari, mentre la geometria rigorosa di Piet Mondrian, «Composizione con rosso e blu» (1939–41), ha raggiunto 23 milioni di dollari. In campo scultoreo, l’iconica fusione surrealista di Max Ernst, «Le roi jouant avec la reine» (1944), ha toccato 20 milioni di dollari.

Mark Rothko (1903-1970), No. 31 (Yellow Stripe), 1958

Pablo Picasso (1881-1973), La Lecture (Marie-Thérèse), 1932

A seguire, la 20th Century Evening Sale ha consolidato il successo della serata contribuendo con oltre 470 milioni di dollari e un impressionante 100% di venduto per valore. Il sipario si è aperto con due trionfi per John Singer Sargent: «Gondolier’s Siesta» (1902–03), venduto per 7,3 milioni di dollari, ha stabilito il record per un’opera su carta dell’artista, mentre «Capri» (1878) è salito a 11,4 milioni di dollari. Tra i protagonisti assoluti, Claude Monet ha brillato con «Nymphéas» (1907), aggiudicato per 45 milioni di dollari, un risultato sostenuto da un’intensa competizione internazionale. Altrettanto conteso il grande doppio ritratto di David Hockney, «Christopher Isherwood and Don Bachardy» (1968), venduto per 44 milioni di dollari. Si tratta di uno dei primi ritratti doppi dell'autore, e ad oggi l’ultimo (della serie di sette opere) ancora in mani private.

La serata ha riservato sorprese anche per quanto riguarda il secondo Novecento: il vibrante Marc Chagall, «Le songe du Roi David» (1966), ha più che raddoppiato la stima massima raggiungendo 26 milioni e mezzo di dollari, mentre Fernand Léger, «Composition (Nature morte)» (1914), ha toccato i 19,6 milioni di dollari. Buoni risultati anche per Henry Moore, la cui scultura «Reclining Woman: (Elbow)» (1981) ha raggiunto 13,8 milioni di dollari, e per Henri Matisse, con «Femme au chapeau fleuri» (1923), venduta per 10,9 milioni di dollari.

Claude Monet (1840-1926), Nymphéas, 1907

David Hockney, (b. 1937), Christopher Isherwood and Don Bachardy, 1968

Momenti di forte tensione in sala hanno accompagnato i rilanci per Alexander Calder, che con il monumentale «Painted Wood» (1943) ha raggiunto 20,4 milioni di dollari. Sempre Calder ha ottenuto un nuovo record per una scultura in filo metallico con «Acrobats», venduta per 8 milioni di dollari, mentre «Untitled» ha superato le attese con 3 milioni di dollari. Chiude la sezione scultorea il raffinato Isamu Noguchi, «Myo» (1957–66), protagonista di una fitta competizione telefonica culminata in un’aggiudicazione da 7,6 milioni di dollari. La serata ha infine segnato nuovi record personali. Beauford Delaney, con «The Sage Black» (1967), ha raggiunto 1,5 milioni di dollari, mentre Leonor Fini, sulla scia della retrospettiva al Palazzo Reale di Milano, ha stabilito un nuovo primato con «Dans la tour» (1952), venduto per 2,5 milioni di dollari.

In una sola serata, Christie's e l'intero sistema hanno così raccolto più di quanto abbiano fatto in tutti i mesi precedenti. Un'aggiudicazione sopra la soglia dei 50 milioni, tre opere che vi ci sono avvicinate moltissimo, tanti altri buoni risultati e alcuni record battuti. Nel complesso, una scarica di vitalità che ridà smalto a un movimento parso quest'anno imbolsito e ancora acerbo per il cambio di passo necessario a ridestarsi. Ora che la corsa è partita, resta da vedere dove condurrà la maratona newyorkese. Grande attesa, questa sera, per la risposta della rivale Sotheby's, che punta forte sul Klimt da 150 milioni di dollari e sul gabinetto dorato di Maurizio Cattelan. Un'opera che ci ricorda che struggersi per record mancati e aggiudicazioni milionarie è pur sempre un grattacapo da privilegiati.

Davide Landoni, 18 novembre 2025 | © Riproduzione riservata

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