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Graziella Melania Geraci
Leggi i suoi articoliTornano a essere visitabili dopo più di vent’anni le terme suburbane dell’antica Ercolano. Cinque milioni di euro di fondi statali e un progetto donato dal Packard Humanities Institute hanno finanziato il restauro i cui lavori sono partiti a settembre dello scorso anno e che vedranno la conclusione nell’ottobre del 2026. Il complesso termale sarà d’ora in poi fruibile come cantiere aperto in avanzato stato di realizzazione a gruppi ristretti di dieci persone per monitorarne l’impatto sul monumento.
A presentare l’evento di apertura Francesco Sirano, funzionario delegato alla direzione del Parco: «Questa è una sperimentazione che realizza una tendenza che il Parco ha sempre avuto cioè quella di conciliare la tutela con la valorizzazione, due cose che non si contraddicono, come abbiamo già visto per i close-up cantieri e con tutta una serie di iniziative fatte durante gli ultimi anni. La visita in questione si mostrerà dinamica e varierà a seconda dei progressi del cantiere che sposterà le impalcature nei diversi ambienti».
Il restauro è volto soprattutto alla sostituzione della vecchia copertura per un migliore contenimento delle acque meteoriche e per una maggiore corrispondenza a quella antica, alla gestione dell’umidità, alla messa in sicurezza degli apparati decorativi in forte stato di degrado, al rifacimento della facciata e dei muri frangiflutti che erano in procinto di cedere, alla regolazione del sistema di areazione per le condizioni microclimatiche interne e alla realizzazione di un innovativo impianto di illuminazione, possibile grazie alla scoperta di una serie di cunicoli di servizio.
Individuate nel 1940, le terme furono successivamente oggetto di scavo, con pause dovute alla Seconda guerra mondiale e alle difficoltà per la presenza delle acque di falda, fino al 1957-8, mentre il prospetto rivolto verso il mare fu completato solo nel 1973.

Una veduta delle terme suburbane dell’antica Ercolano. Photo: Parco Archeologico di Ercolano
L’edificio, con affaccio verso l’antico arenile, ha il proprio ingresso dal recinto sacro della terrazza panoramica, accanto al monumento funerario eretto in onore di Marco Nonio Balbo. Inizialmente costruite per l’uso privato della domus della famiglia dei Nonii Balbi, dopo il terremoto del 62 d.C., le terme furono messe a disposizione della comunità cittadina e per questo ampliate e arricchite con una serie di accorgimenti tecnici che le mettevano all’avanguardia per l’epoca, come il sistema adottato nella grande sala del cosiddetto «Samovar».
Gli ambienti, tra i migliori conservati dell’antichità romana, presentano finissime decorazioni con l’uso anche di materiali importanti come il blu egizio, presenti mosaici, affreschi, stucchi, altorilievi e soluzioni architettoniche di notevole impatto visivo come lo scenografico vestibolo dotato di archi sovrapposti poggianti su colonne che delimitano un pozzo di luce al cui centro c’è una vasca di marmo, con un’erma di Apollo. Visibili i segni delle indagini borboniche che tuttavia non hanno spogliato del tutto gli antichi spazi mantenendo lo scavo sulle parti alte e lasciando intatte, ad esempio, le panche marmoree e alcuni mosaici.
Di notevole interesse le porte lignee che mostrano ancora dei pigmenti colorati e che sono conservate in sede nelle teche vitree volute da Amedeo Maiuri, oggetto in futuro di studi per nuovi contenitori. Singolare la scoperta che le cornici delle finestre avevano un doppio vetro per mantenere il calore, e significativo il blocco di materiale piroclastico, lasciato da Maiuri nel calidarium più piccolo, con l’impronta del labrum in marmo cipollino ribaltatosi per la forza del flusso che seppellì la città.
Le visite saranno possibili fino al primo novembre ma si parla già di un prolungamento delle aperture fino al 30.

Una porta lignea delle terme suburbane dell’antica Ercolano. Photo: Parco Archeologico di Ercolano

Un dettaglio delle decorazioni delle terme suburbane dell’antica Ercolano. Photo: Parco Archeologico di Ercolano
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