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Paula Modersohn-Becker, «Bambini con lanterne davanti a casa», Kunsthandel Wolfgang Werner

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Paula Modersohn-Becker, «Bambini con lanterne davanti a casa», Kunsthandel Wolfgang Werner

Brema celebra i 150 anni di Paula Modersohn-Becker

Icona dell’emancipazione femminile e iniziatrice dell’Espressionismo tedesco, è stata una delle prime donne in Germania a voler diventare artista di professione

Se si viaggia nel nord della Germania verso il mare, a pochi chilometri da Brema ci si imbatte in Worpswede, villaggio tra brughiere e boschi di betulle scelto da una comunità di artisti tedeschi che vi si stabilirono tra la fine dell’800 e il primo 900. Tra loro Paula Modersohn-Becker, figura chiave della colonia, annoverata tra gli esponenti di spicco del primo Espressionismo in Germania. Nata a Dresda nel 1876, trasferitasi poi a Brema con molti soggiorni a Parigi, è morta a soli 31 anni per un’embolia postparto. Le sue ultime parole pare siano state «Wie Schade!» (Che peccato!) e riassumono la voglia di vivere e l’irrequietezza di questa donna ribelle e per nulla convenzionale che è riuscita a lasciarci, pur in una vita così breve, 750 dipinti e 2mila disegni. Sono distribuiti in diversi musei ma il nucleo è conservato nel Paula Modersohn-Becker Museum di Brema che è stato aperto nel 1927, primo museo al mondo dedicato unicamente a una pittrice. In occasione dei 150 anni dalla nascita dell’artista il museo sta organizzando una grande retrospettiva che si potrà visitare dall’8 febbraio al 13 settembre 2026: «Becoming Paula London, Berlin, Worpswede, Paris». Ma già quest’anno è in corso fino al 18 gennaio 2026 la mostra «Short Stories», curata da Henrike Hans, che si estende anche ai musei di Worpswede, curatore Stefan Borghardt, dove a Modersohn-Becker vengono affiancate altre artiste della colonia, tra cui la scultrice Clara Westhoffs, sua grande amica e futura moglie del poeta Rainer Maria Rilke il quale, alla morte di Modersohn-Becker, le dedicherà la poesia «Requiem per un’amica». La mostra del museo di Brema comprende 55 dipinti e 20 disegni divisi in otto sale, ognuna dedicata a un aspetto diverso del suo percorso creativo. Si inizia con il periodo di Parigi e i primi nudi e con quella che è considerata la sua opera più provocatoria «Autoritratto nel sesto anniversario del matrimonio»: è lei stessa, raffigurata nuda e incinta, a comparire, perfettamente riconoscibile e, considerando il periodo, coraggiosamente svelata. 

A parte il numero delle opere realizzate, ciò che colpisce in Modersohn-Becker è l’ostinata dedizione alla pittura e la volontà di abbattere i tabù del suo tempo nel ridurre forme, colori e figure e nel consegnarci nuove prospettive e nuove personalissime interpretazioni. Decisivi sono stati per lei i ripetuti soggiorni parigini. Nel suo oscillare tra il rifugio nella natura di Worpswede e Parigi, la città ricca di stimoli e di contatti, si affranca dalle forme realistiche per raggiungere la sua maturità artistica grazie alla lezione di Gauguin, Cezanne, Van Gogh e Matisse. Si distacca molto presto dallo stile degli artisti di Worpswede e anche i suoi paesaggi già rivelano un approccio diverso e di rottura: colori cupi, pennellate dense e decise. Alcuni la definiscono la Picasso tedesca ma i due pare non si siano mai incontrati. È soprattutto Worpswede che le offre i soggetti per i suoi dipinti. Ritratti in cui figure comuni, soprattutto femminili, compaiono in tutta la loro verità, rivelando sentimenti ed emozioni. Nudi che tradiscono l’età, le imperfezioni e la fatica, ritratti di contadine e bambini che rivelano la ricerca dell’essenza dell’essere umano, spesso nel suo rapporto con la natura.

Icona dell’emancipazione femminile, è stata una delle prime donne in Germania a voler diventare artista di professione e, pur con molte difficoltà anche all’interno della coppia con Otto Modersohn, pittore che aveva conosciuto a Worpswede, ha difeso tenacemente la sua scelta. Solo 100 anni dopo la morte Paula Modersohn-Becker ha incominciato a ottenere internazionalmente il riconoscimento che le era dovuto. Le prime mostre interamente a lei dedicate iniziano con Copenhagen nel 2015 per continuare con Parigi nel 2022, New York nel 2024 e Chicago nel 2025. Considerando l’intensa attività creativa di quest’artista ci si chiede che cosa avrebbe potuto fare se le fosse stato concesso di vivere più a lungo. Ma forse, intuitivamente, sapeva che non poteva permettersi di perdere tempo perché, fin dalla tenera età, aveva sempre sostenuto che la sua vita sarebbe stata una festa, intensa ma breve.

Paula Modersohn-Becker, «Autoritratto con limone», 1906, collezione Paula Modersohn-Becker

Paula Modersohn-Becker, «Autoritratto il giorno delle nozze»

Elena Giovanna Fillia, 15 dicembre 2025 | © Riproduzione riservata

Brema celebra i 150 anni di Paula Modersohn-Becker | Elena Giovanna Fillia

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