Image

Bob pre Pop e già post modern

Attraverso due delle sue sedi espositive più prestigiose, Londra offre questo autunno (per un mese in contemporanea) un intero capitolo di storia dell’arte americana del XX secolo: mentre alla Royal Academy continua fino al 2 gennaio una mostra dedicata all’Espressionismo astratto, alla Tate Modern si inaugura il primo dicembre e rimane aperta fino al 2 aprile una retrospettiva dedicata a Robert Rauschenberg (1925-2008). La rassegna è curata da Achim Borchardt-Hume, direttore delle esposizioni alla Tate, e da Leah Dickerman del Museum of Modern Art di New York e realizzata in collaborazione con l’istituzione statunitense dove il prossimo anno sarà allestita dal 21 maggio al 4 settembre per proseguire per il San Francisco Museum of Modern Art dal 4 novembre al 25 marzo 2018.

Sembra arrivato dunque anche per Rauschenberg il momento di una nuova riflessione sul suo lavoro, un aggiornamento dello sguardo storico verso una produzione artistica considerata, insieme a quella di Jasper Johns, il tramite più coerente tra la pittura di azione degli anni Cinquanta e la Pop art degli anni Sessanta. Rauschenberg in realtà riassume in sé più di una delle caratteristiche che hanno poi contraddistinto le esperienze dei decenni successivi, a cominciare dalla creazione dei «combine paintings», dipinti e sculture insieme, superfici bidimensionali in cui rimangono «intrappolati» oggetti della quotidianità, scarti e tracce umani o animali impagliati, come nel famoso «Monogram» (1955-59), presente in mostra grazie al prestito del Moderna Museet di Stoccolma, oppure nell’altrettanto celebre «Bed» (1955).

Sono esposti i maggiori cicli dell’artista texano approdato a New York nel 1949 dopo l’esperienza di formazione al Black Mountain College in North Carolina dove incontra, tra gli altri, Cy Twombly, il musicista John Cage e il danzatore e coreografo Merce Cunningham. Non mancano i «silkscreen paintings» dei primi anni Sessanta (per esempio «Retroactive II», 1963) e i periodi meno conosciuti dell’artista, sia quelli dell’inizio della sua carriera, sia le tante opere realizzate negli ultimi decenni. Ed è proprio dall’esperienza del Black Mountain College che deriva la capacità di Rauschenberg di uscire dalla bidimensionalità della tela di trasferirsi, senza soluzione di continuità, nelle azioni ideate tra musica, spazio e movimento realizzate con Cage e soprattutto con Cunningham.  Apriva così la strada da una parte alla collaborazione tra diverse forme artistiche e dall’altra alla presenza performativa e relazionale dell’artista come continuazione e superamento delle proprie opere. Un’esperienza oggi più che mai attuale.

Anna Costantini, 29 novembre 2016 | © Riproduzione riservata

Bob pre Pop e già post modern | Anna Costantini

Bob pre Pop e già post modern | Anna Costantini