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Nicola Zanella
Leggi i suoi articoliMentre correte frenetici per la galleria Vittorio Emanuele, a Milano, alzate lo sguardo e guardate i video di Gaia Alari incastonati nelle lunette sopra il Ristorante Cracco in Galleria, guardate e respirate, non preoccupatevi se arrivate un attimo in ritardo dal commercialista, ne sarà valsa la pena. Di questo bel progetto, intitolato «Fantasy» di Gaia Alari e curato da Annalisa Inzana e Chiara Pozzi, ce ne parla lo chef Carlo Cracco, in persona, che ha realizzato la settima edizione con il supporto di Umberta Gnutti Beretta e Paride Vitale. Nato nel 2018 per portare l’arte nel cuore della città, grazie a un’idea dello chef Carlo Cracco, il progetto ha ospitato nelle lunette del ristorante Valerio Berruti, Goldschmied&Chiari, Masbedo, Giovanni Ozzola, Marinella Senatore e Patrick Tuttofuoco.
Come nasce l’idea di esporre dei video così poetici, come lo sono quelli di Gaia Alari, nella lunette del ristorante Cracco in Galleria?
L’idea nasce dalla volontà di dare spazio all’arte e alla poesia in un contesto come quello della Galleria, altrettanto suggestivo e carico di storia, ma spesso soggetto alla frenesia delle persone di passaggio che la attraversano. Volevo creare degli spazi di condivisione, visibili e fruibili da tutti, per allargare a un pubblico più vasto possibile un messaggio di bellezza.
Cosa le piace di queste opere? E perché secondo lei funzionano in un contesto così caotico e frenetico come quello della Galleria Vittorio Emanuele II?
Di queste opere mi piace la loro connotazione poetica, quasi onirica, che invita le persone a fermarsi a guardare e che ti portano in mondi e dimensioni lontane. Inoltre, il fascino dell’arte contemporanea, inserita in un contesto storico come quello di Galleria Vittorio Emanuele II, rende le opere come quella di Gaia Alari una bella occasione di dialogo fra passato e presente.
A ruota libera, che cosa hanno in comune arte e cibo? La creazione di un piatto e la creazione di un’opera d’arte, la gioia di vivere... Che cosa le viene in mente?
L’arte e il cibo hanno in comune la condivisione della bellezza, renderla accessibile a tutti e soprattutto la creazione nuovi mondi in cui perdersi. Entrambi sono legati alla capacità di stupire, a volte andando a ripescare emozioni e sensazioni che appartengono alla nostra infanzia o a momenti che abbiamo vissuto e che ci hanno fatto stare bene.

Carlo Cracco

GALLERIA CRACCO, Fantasy by Gaia Alari © Antinori
Perché un ristorante dovrebbe investire nell’arte contemporanea? Quali sono i vantaggi di aprire un dialogo con gli artisti?
Perché, come dicevo prima, arte e cibo sono mondi molto connessi tra di loro. Gli artisti possono trovare da noi un luogo che offre una possibilità di fruizione amplificata delle loro opere d’arte; è un’occasione di scambio reciproco di cultura, patrimonio e bellezza.
«Ammiro il lavoro di Galleria Cracco fin dagli esordi ed è per me un onore contribuire alla realizzazione della settima edizione di quello che è ormai un punto di riferimento per l'arte contemporanea a Milano - afferma Umberta Gnutti Beretta - Con questo progetto le lunette del ristorante si trasformano in un palcoscenico, su cui prendono vita storie straordinarie che portano l'arte nel cuore non solo della città, ma anche dei suoi abitanti».
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