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Galerie Eva Presenhuber, Ugo Rondinone

Courtesy of Art Basel

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Galerie Eva Presenhuber, Ugo Rondinone

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Art Basel Paris 2025: i risultati finali tra record e conferme

L'opera più significativa e cara è stata un «Abstraktes Bild» (1987) di Gerhard Richter, venduto per 23 milioni di dollari da Hauser & Wirth: è la cifra più alta mai dichiarata nella breve storia della fiera parigina

Chiusa l’edizione 2025 di Art Basel Paris, la seconda ospitata al Grand Palais, è tempo di bilanci. Con oltre 73 mila visitatori e 206 gallerie da 41 paesi, la fiera ha registrato nei giorni di apertura (21-26 ottobre tra anteprime e visite libere) risultati di vendita notevoli in ogni fascia di mercato, confermando Parigi tra i baricentri dell’arte europea e tra le piazze più attive del collezionismo internazionale. La transazione più alta è arrivata da Hauser & Wirth, che ha venduto «Abstraktes Bild» (1987) di Gerhard Richter per 23 milioni di dollari, la cifra più elevata mai dichiarata nella breve storia della fiera parigina. Nello stesso stand, l’opera «Concetto spaziale, Attese» (1964–65) di Lucio Fontana ha raggiunto 3,5 milioni di euro, mentre lavori di George Condo e Bruce Nauman hanno trovato nuovi proprietari rispettivamente per 4,5 milioni e 4,7 milioni di dollari. Subito dietro, White Cube ha piazzato «Charioteer» (2007) di Julie Mehretu per 11,5 milioni di dollari, segnando uno dei risultati più alti mai ottenuti dall’artista sul mercato primario. Nello stesso stand, Alexander Calder ha toccato 4,8 milioni di dollari con «Eight Polygons» (1973), mentre una scultura di Georg Baselitz è stata venduta per 2,5 milioni di euro.

Pace Gallery ha trovato un acquirente per «Jeune fille aux macarons» (1918) di Amedeo Modigliani, ceduta per poco meno di 10 milioni di dollari a un’istituzione privata europea. Ottime performance anche per «Children Playing» (1999) di Agnes Martin, venduta per 4,5 milioni di dollari, e per «The Spanish Room 2» (2025) di Adrian Ghenie, aggiudicata per 1,5 milioni di euro. A queste si aggiunge un «Untitled», 1969 di Mark Rothko, ceduto a un collezionista privato per una cifra riservata. Tra le gallerie americane, David Zwirner Gallery ha chiuso una serie di transazioni milionarie: una scultura di Ruth Asawa per 7,5 milioni di dollari, un dipinto di Martin Kippenberger per 5 milioni di dollari, e lavori di Gerhard Richter (dodici stampe vendute per 400 mila dollari ciascuna), Joan Mitchell e Bridget Riley rispettivamente per 3,5, 3 e 2,2 milioni di dollari. Thaddaeus Ropac ha registrato un’ottima performance con «Sacco e oro» (1953) di Alberto Burri, venduta per 4,2 milioni di euro, e «Cowboy» (2024) di Georg Baselitz per 3,5 milioni di euro. Seguono «Bei Willem» (2009) e «Geste Winken» (1995), entrambe a 1,2 milioni di euro, e un ritratto di Elizabeth Peyton, «The Solemn Entry of Louis XIV 1667» (2016), ceduto per 1,3 milioni di dollari.

Mark Rothko, Untitled, 1969 © 2025 Kate Rothko Prizel and Christopher Rothko / Artists Rights Society (ARS), New York

Yares Art ha trovato un acquirente per «Sacramento Mall Proposal #5» (1978) di Frank Stella per circa 4 milioni di dollari, mentre Gladstone Gallery ha collocato un «Untitled» (1990) di Richard Prince per 3 milioni di dollari. Sprüth Magers ha venduto tre opere di George Condo, tra cui «Smiling Profile» (2025), per 1,8 milioni di dollari ciascuna, confermando il suo momento di mercato positivo. Sul fronte italiano, Tornabuoni ha chiuso con una «Nature morte» (1950 circa) di Giorgio Morandi per 2 milioni di euro, mentre Cardi Gallery ha venduto un «Concetto spaziale, Natura» (1962–63) di Lucio Fontana per 1,5 milioni di euro. Mennour ha dichiarato la vendita di un’opera di Andy Warhol per 1,3 milioni di dollari e due dipinti di Lee Ufan per 1 milione di dollari ciascuno. Xavier Hufkens ha chiuso a 1,2 milioni di sterline per un’opera di Tracey Emin, a cui si aggiunge un dipinto di Alice Neel per 1 milione di dollari. Tra le parigine, Christophe Gaillard ha piazzato una «Tabula» (1975) di Simon Hantaï per circa 850 mila euro, mentre Lisson Gallery, con il bronzo «Usagi Greeting (440)» (2025) di Leiko Ikemura, ha registrato una vendita di 800 mila euro. Chantal Crousel ha venduto «14 de Abril 2025, Tokio (Pajaritos)» di Gabriel Orozco per 850 mila dollari, e Loevenbruck ha chiuso per 500 mila euro con «Intérieur et hippopotame» (1970) di Gilles Aillaud.

Perrotin ha collocato un’opera di Takashi Murakami per 550 mila dollari e un guazzo di Pierre Soulages per 400 mila euro, mentre Kukje Gallery ha venduto «Response» (2025) di Lee Ufan per circa 900 mila dollari. Almine Rech ha dichiarato vendite tra 900 mila e 1 milione di dollari per un’opera di James Turrell, oltre a un dipinto di Ewa Juszkiewicz per 750 mila dollari. Nel settore Premise, dedicato alle riscoperte, la Tina Kim Gallery ha ottenuto grande successo con un arazzo anni Settanta di Lee ShinJa, venduto per 200 mila dollari, mentre la parigina Pauline Pavec ha riportato l’attenzione su Marie Bracquemond, con sette opere vendute tra 39 mila e 52 mila euro. Anche le voci emergenti si sono fatte notare: Crèvecœur ha venduto «Funny Face» (2024) di Yu Nishimura per 70 mila euro, mentre Édouard Montassut ha ceduto «Flight Case (Nursery Rhymes)» (2025) di Özgür Kar per 14 mila euro.

Con trattative che hanno coinvolto collezionisti da Europa, Americhe e Asia e un clima di fiducia palpabile, Art Basel Paris 2025 ha chiuso un’edizione di forte vitalità. La fiera non solo ha consolidato la posizione della capitale francese nel mercato globale, ma ne ribadisce la doppia vocazione: sofisticata e internazionale, radicata nella storia e proiettata verso il futuro.

Redazione, 27 ottobre 2025 | © Riproduzione riservata

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