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Anna Glantz, «Untitled», 2025

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Anna Glantz, «Untitled», 2025

Alla Fondazione Bonollo la prima personale italiana di Anna Glantz

Con l’artista americana Sandra e Giancarlo Bonollo proseguono il progetto di valorizzazione dei migliori talenti del panorama artistico internazionale 

Portare la ricerca contemporanea internazionale, scegliendo tra gli artisti che hanno avuto meno occasioni espositive in Italia, in una piccola città di provincia come Thiene (Vicenza), recuperando e mettendo a disposizione la struttura di un complesso religioso di origini seicentesche, trasformato nei secoli e da tempo in stato di abbandono. È il progetto di Sandra e Giancarlo Bonollo che hanno restaurato il complesso dell’ex Chiesa delle Dimesse per farne la sede della Fondazione per l’arte contemporanea che dai due collezionisti prende il nome. A un anno dagli esordi, la scelta è caduta in questa occasione sulla pittrice americana Anna Glantz (Concord, 1989) che espone in alcune sale i suoi dipinti, appositamente realizzati per la mostra «Tutto si fa più grigio, più dorato e freddo / It's getting grayer and gold and chilly», a cura di Elisa Carollo (fino al 31 gennaio 2026). Accanto, nelle altre sale, la mostra del fotografo sudafricano Pieter Hugo.

Alla sua prima personale italiana, Anna Glantz ha portato «una selezione di tele che restituiscono una panoramica approfondita della sua ricerca più recente focalizzata sulla genesi della forma, ovvero ciò che precede la rappresentazione, spiega Elisa Carollo. La pratica artistica di Anna Glantz è legata all’espressione pittorica: attraverso il colore, la forma e la materia cristallizza la tensione tra mondo interiore e mondo esteriore, tra figurazione e astrazione. Glantz prende le distanze dagli schemi della pittura figurativa per costruire una nuova logica pittorica, in cui le forme emergono attraverso vibrazioni e modulazioni cromatiche, piuttosto che tramite linee e geometrie». Tema conduttore, per tutte le mostre realizzate in questi spazi fin dalla nascita della fondazione, è l’interazione con gli spazi, a partire in questo caso dall’opera che accoglie i visitatori collocata sull’altare della piccola chiesa barocca sconsacrata. «Pur richiamando formalmente le icone sacre, conclude la curatrice della mostra, il dipinto collocato sull’altare, non ha più bisogno di raffigurare la divinità: la pittura stessa diventa un veicolo di manifestazione che, attraverso la materia e il processo di creazione che incarna, rivela il mistero più profondo della creazione, la genesi di tutte le cose che emergono dal caos e dal vuoto per farsi forma». 

Anna Glantz, «Untitled», 2025

Camilla Bertoni, 16 dicembre 2025 | © Riproduzione riservata

Alla Fondazione Bonollo la prima personale italiana di Anna Glantz | Camilla Bertoni

Alla Fondazione Bonollo la prima personale italiana di Anna Glantz | Camilla Bertoni