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Una veduta della mostra «Saturnalia» alla Fabbrica del Vapore di Milano

Photo © Mattia Gaido

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Una veduta della mostra «Saturnalia» alla Fabbrica del Vapore di Milano

Photo © Mattia Gaido

Alla Fabbrica del Vapore tornano i Saturnalia

Le opere di 16 artisti riflettono sul Natale rifiutandone la retorica e la deriva consumistica

Grazia Mazzarri

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C’è la storia della civiltà dentro al Natale, una storia laica, che parla dei valori fondativi della comunità umana attraverso millenni, geografie, culture.

Una mostra in corso alla Fabbrica del Vapore di Milano fino al 23 gennaio 2026 riflette sul Natale rifiutandone la retorica e la visione mainstream, la deriva consumistica che ormai snatura questa festa e questo periodo dell’anno. Lo fa a partire dalle parole chiave che mette al centro, da valori universali: ospitalità, mediterraneo (mare nostrum), casa, famiglia, festa, trasparenza, sicurezza, tavola da condividere, cucinare, ricordare, donare, ascoltare e prendersi cura.

E lo fa anche nella scelta del titolo, «Saturnalia», che evoca una festività pagana dell’Antica Roma, i Saturnali, celebrata dal 17 al 23 dicembre in onore di Saturno. Tradizione che nelle sue ritualità ricorda direttamente il Natale cristiano, caratterizzata da banchetti che duravano a lungo come momento di incontro, scambi di doni soprattutto destinati ai bambini, ma anche da una temporanea inversione dei ruoli sociali, con gli schiavi che potevano comportarsi come uomini liberi, creando un senso di fratellanza e di uguaglianza tra le classi sociali. La festa celebrava Saturno, dio dell’agricoltura e dell’età dell’oro, e un lontano periodo mitico di pace e abbondanza (così simile al paradiso perduto), di uguaglianza, dove si viveva in armonia tra gli esseri umani e con il resto del pianeta. La radice di questa ritualità antica si ritrova in molte tradizioni nordiche e in culture di tutto il Mediterraneo, e testimonia come anche il mondo cristiano abbia un Dna meravigliosamente spurio e stratificato, un patrimonio condiviso. 

Le opere in mostra coinvolgono 16 artiste e artisti: Camilla Alberti, Maura Banfo, Gea Casolaro, Stefania Galegati, Emily Jacir, Ugo La Pietra, Silvia Levenson, Claudia Losi, Marzia Migliora, Margherita Morgantin, Julie Polidoro, Irene Pittatore e Virginia Ruth Cerqua, Marina Sagona, Eugenio Tibaldi, Cosimo Veneziano.

Insieme, formano una conversazione a più voci che porta testimonianze di molte storie diverse e le rende universali. Sono progetti di natura etica e concettuale ma realizzati e proposti nella dimensione pubblica in maniera estetica ed empatica, mai didascalici ma naturalmente politici, con l’obiettivo di comunicare e di coinvolgere subito lo spettatore. Si parla di carcere, migranti, guerre, periferie, di una nuova idea di sacralità che riguarda l’ambiente, della casa come luogo ambiguo sospeso tra rifugio e prigione, dell’infanzia come età fragile ed esposta, della vita che, come l’arte, non ha un valore misurabile, sebbene nella nostra società diventi merce in ogni suo aspetto. E proprio sul tema dell’arte come sorgente di visione e rigenerazione collettiva attraverso la figura dell’artista, le curatrici Olga Gambari e Susanna Ravelli hanno scelto opere già esistenti. Per la memoria di vita che si portano dentro e per ribadire l’essenza profonda e trascendente dell’arte, che la pone al di là del tempo e dello spazio, al di là del suo valore economico.

Opere come organismi viventi che cambiano, sempre diverse a ogni incontro, incarnando nuovi significati, sfumature di senso, temi, stimoli e suggestioni, grazie al potere trasversale dell’arte, che è un luogo aperto e pubblico, spazio sociale e di cittadinanza, di benessere e formazione personale e comunitaria. Per questo la mostra è a ingresso gratuito e propone un public program di workshop (Cosimo Veneziano il 22 gennaio alle ore 15), performance (Claudia Losi il 17 dicembre con «Animule» alle ore 20) e talk. Mentre l’albero di Natale diventa un «Albero della Vita» con ali di angelo nell’immaginazione di Ugo La Pietra, un’opera iconica di tutto il progetto.

Una veduta della mostra «Saturnalia» alla Fabbrica del Vapore di Milano

Grazia Mazzarri, 15 dicembre 2025 | © Riproduzione riservata

Alla Fabbrica del Vapore tornano i Saturnalia | Grazia Mazzarri

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