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Francesco Vezzoli, «Il viaggio di Enea», 2025

Courtesy of the artist e Fondazione Ghenie Chapels

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Francesco Vezzoli, «Il viaggio di Enea», 2025

Courtesy of the artist e Fondazione Ghenie Chapels

All’Università di Palermo il ricamo in mosaico di Francesco Vezzoli

Nell’Aula Magna del Dipartimento di Giurisprudenza è allestita la quarta opera del progetto «Crossing Borders, Popoli in movimento»

Giusi Diana

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Un’opera musiva inedita di Francesco Vezzoli, dedicata alla figura di Enea che versa copiose lacrime, viene inaugurata giovedì 2 ottobre nell’Aula Magna del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Palermo. Si tratta dell’ultimo capitolo del progetto «Crossing Borders, Popoli in movimento» a cura di Alessandra Borghese, una collaborazione con l’Università degli Studi di Palermo, che da marzo di quest’anno porta l’arte contemporanea nelle aule universitarie. L’originale percorso espositivo, che attraversa gli spazi compresi tra la Sala dei Busti e l’Aula Magna di Giurisprudenza, integrandosi nel vissuto quotidiano degli studenti, ha avuto inizio con l’installazione «I sommersi e i salvati» di Claire Fontaine, seguita da «IP OP» di Yuri Ancarani e dal trittico fotografico «La pietà di Gaza» di Paolo Pellegrin, tutte opere commissionate agli artisti dalla «Fondazione Ghenie Chapels, Mecenatismo per l’Arte» presieduta da Alessandra Borghese, con sede a Palermo.

Il quarto artista invitato è Francesco Vezzoli con l’opera «Il viaggio di Enea (sunt lacrimae rerum)», un tondo a mosaico con smalti vetrosi realizzati da maestranze ravennati, prodotto appositamente per il progetto palermitano. L’artista, noto per le opere talora irriverenti che mescolano cultura classica e pop, ripropone con le tessere musive l’elemento iconografico delle lacrime che, ricamate a piccolo punto, rappresentano la sua cifra. Come racconta Alessandra Borghese, il progetto «Crossing Borders, Popoli in movimento» affronta uno dei temi più urgenti e universali del nostro tempo, quello delle migrazioni, riconoscendolo non come emergenza, ma come fenomeno primordiale e strutturale della storia umana: «Il primo eroe “migrante” della nostra cultura classica, narrato da Virgilio nell’Eneide, è proprio Enea. Dopo un’attenta ricerca iconografica, Francesco Vezzoli ha individuato una rara stampa che ritrae un Enea medievale su una barca in mezzo al mare. Dalla scelta dell’immagine è poi approdato all’opzione dell’utilizzo del mosaico (mai usato prima) per realizzare il lavoro. Il risultato è un bellissimo tombolo ricamato con tessere di mosaico di smalti vetrosi veneziani. Dal volto di Enea, smarrito e confuso, Vezzoli fa scaturire grandi lacrime color rosso sangue che cadono nel mare blu in tempesta».  Alle 17.30 in occasione dell’inaugurazione Francesco Vezzoli e Diego Mantoan, professore d’Arte moderna e contemporanea, dialogheranno con gli studenti. A seguire è previsto l’intervento della professoressa di lingua e letteratura latina Rosa Rita Marchese, dal titolo «Enea ritrovato. Storia di un eroe vulnerabile e predestinato». Il progetto proseguirà nei prossimi mesi con l’installazione di opere di Loredana Longo e Adrian Ghenie

Giusi Diana, 01 ottobre 2025 | © Riproduzione riservata

All’Università di Palermo il ricamo in mosaico di Francesco Vezzoli | Giusi Diana

All’Università di Palermo il ricamo in mosaico di Francesco Vezzoli | Giusi Diana