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Il parroco mostra le fotografie dei restauri effettuati nell'abbazia di Nonantola esattamente un secolo fa

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Il parroco mostra le fotografie dei restauri effettuati nell'abbazia di Nonantola esattamente un secolo fa

A tre anni dal terremoto torna visitabile l'abbazia di Nonantola

Stefano Luppi

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Nonantola (Mo). A oltre tre anni di distanza dal terremoto del maggio 2012, che espose concretamente l’abbazia benedettina al rischio di crolli, la chiesa fondata da sant’Anselmo nell’VIII secolo è di nuovo visitabile almeno in parte.
Finora si poteva infatti accedere di nuovo solo alla cripta dell'edificio, arricchita da 64 colonne con capitelli dei secoli VIII-XII e dall’altare con le spoglie di san Silvestro. In chiesa invece non si andava perché era in corso il consolidamento delle mura e la messa in sicurezza dell’abbazia: ora è stato creato un percorso protetto che immette fino alla navata centrale da cui è possibile vedere ogni punto compreso il  presbiterio con l’arca di san Silvestro e polittico di Michele di Matteo. Presso la cocattedrale modenese l’ente proprietario, l'arcidiocesi di Modena e Nonantola, farà partire entro fine 2015 un restauro con appalto da due milioni di euro che interesserà l'intera struttura.
Curiosamente il restauro avviene a cento anni esatti da quello storico che nel secolo precedente permise di liberare il complesso abbaziale da sovrastrutture settecentesche, rimettendone in luce i caratteri romanico lombardi.
Novità anche presso l’annesso Museo benedettino e diocesano d’arte sacra dove la neodirettrice Simona Roversi ha ideato «Lo scettro e la preghiera. Carlo Magno e i Carolingi nelle pergamene dell’Abbazia di Nonantola», una nuova sala dedicata a dodici inedite pergamene dell’imperatore carolingio e dei suoi successori: esposti tre documenti di Carlo Magno di cui uno recante il suo celeberrimo monogramma, e un altro dell’801 che cita, primo caso al mondo, Carlo con il titolo di «imperator» oltre a vari documenti dei re Ludovico il Pio, Lotario, Carlomanno, Ludovico II. Nel museo anche svariati codici miniati, come l’evangeliario di Matilde di Canossa e un Graduale o Cantatorio dell’XI secolo, prodotti dai monaci nello Scriptorium monastico nonantolano.

Il parroco mostra le fotografie dei restauri effettuati nell'abbazia di Nonantola esattamente un secolo fa

Stefano Luppi, 17 giugno 2015 | © Riproduzione riservata

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