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Alessia De Michelis
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Un evento effimero, ma destinato a lasciare un segno: «The Triumph of Art», ideato da Jeremy Deller (Londra, 1966) per il bicentenario della National Gallery di Londra, porterà in scena a Trafalgar Square una celebrazione dell’arte come rito collettivo e popolare, una giornata in cui folklore, cultura visiva, musica e performance si fonderanno in un’esperienza immersiva e gioiosa.
Il progetto nasce da un lungo percorso che ha coinvolto istituzioni e comunità in tutte e quattro le nazioni della Gran Bretagna: The Box di Plymouth, Mostyn di Llandudno, The Playhouse di Derry/Londonderry e il Duncan of Jordanstone College of Art & Design di Dundee. Per la prima volta, la National Gallery stringe partnership con un teatro e una scuola d’arte, segnando un’apertura significativa verso nuove forme e pubblici.
Centinaia di partecipanti si sono attivati nei mesi scorsi con laboratori, parate locali, costruzioni scenografiche e momenti performativi tra Irlanda del Nord, Inghilterra, Galles e Scozia coinvolgendo centinaia di partecipanti, preparando il terreno per l’evento finale del 26 luglio. Striscioni, padiglioni, musiche, costumi, dolci, danze e personaggi ispirati alla collezione del museo invaderanno simbolicamente Trafalgar Square.
«Nel corso di due anni Jeremy Deller ha esplorato mitologie antiche, folklore locale e motivazioni per riunirsi, provenienti da tutto la Gran Bretagna e dalla collezione della National Gallery, per creare un evento gioioso, surreale e, si spera, diverso da qualsiasi altro mai realizzato prima, ha dichiarato la curatrice Emily Stone. “The Triumph of Art” è una celebrazione della creatività, della creazione e di corpi impressionanti, una miscela di antico e contemporaneo, che può essere vissuta appieno solo dal vivo, diventando alla fine una mitologia a sé stante nelle storie, nelle immagini e nei ricordi di coloro che erano presenti. Il progetto è davvero il primo del suo genere nel Regno Unito e non vediamo l'ora che tutti possano partecipare». Deller, invece, lo definisce «un progetto epico» che vuole unire passato e presente, in un formato accessibile, comunitario e, come sempre nel suo stile, sorprendente. L’arte, in questo trionfo, non sta sulle pareti: marcia, suona, balla e si reinventa tra la gente.