Un’altra incursione a sorpresa negli interni di Franco Albini a Palazzo Rosso: questa volta, però, non dovrebbe scatenare polemiche la scelta del direttore dei Musei di Strada Nuova, Piero Boccardo, di allestire ex novo cinque sale visitabili dal 15 ottobre, facendo letteralmente resuscitare ambienti abbandonati all’ultimo piano (danneggiato nella seconda guerra mondiale), abitati dalle ultime due generazioni della famiglia Brignole-Sale nell’800 e poi adibiti a uffici. Il progetto è finanziato dalla Compagnia di San Paolo che da prima del 2004, anno di Genova capitale europea della Cultura, accompagna il museo genovese in un vitale processo di adeguamento, restauro e rinnovamento con diversi milioni di euro (uno per quest’ultima tranche dal 2013 a oggi).

Non si tratta di una vera ricostruzione di ambienti esistiti, ma della rievocazione di un appartamento dell’aristocrazia ottocentesca. Con la particolarità di essere di gusto internazionale e fortemente legato a quello di Parigi, dove la duchessa Maria Brignole-Sale (1811-1888) visse dal 1854 in poi, anche dopo il lascito del museo alla città (1874). L’allestimento (Corrado Anselmi con l’illuminotecnica di Eugenio Labate) attinge da arredi e opere d’arte perlopiù dai depositi e mai visibili con questa coerenze di gusto e stile. Tra i pezzi più interessanti, il salotto e la biblioteca disegnati per il padre della duchessa dall’ebanista inglese Henry Thomas Peters (1840 ca) e altri di Jean-Jacques Werner e Guillaume Grohé, provenienti dall’Hôtel de Matignon, dimora parigina della gentildonna. Insieme a oggetti personali e quadri (soprattutto ritratti di famiglia), gli arredi offrono una notevole aggiunta al percorso espositivo di Strada Nuova.