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Etra è un contenitore per l’arte di ogni epoca che offre un’esperienza culinaria di alto livello

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Etra è un contenitore per l’arte di ogni epoca che offre un’esperienza culinaria di alto livello

A Genova l’arte incontra il gusto

Etra, nuovo spazio innovativo che celebra bellezza e convivialità, ha aperto i battenti con una mostra di Lorenzo Puglisi

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Elena Correggia

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Creare, comunicare e anche un po’ stupire. Si potrebbe riassumere così la filosofia di Etra, la «galleria gastronomica», appena aperta a Genova e nata dalla volontà di Iacopo Briano e Alessandro Ferrada. I due visionari soci, già attivi a Bruxelles con una galleria che ha unito il mondo dell’arte e quello della storia naturale in una moderna wunderkammer, volevano tornare nella loro Liguria. «Eravamo alla ricerca di un luogo unico, che ci rappresentasse al 100% e che unisse la nostra passione per la bellezza e l’altra nostra attività imprenditoriale, quella nel settore della ristorazione. Così è nata Etra», spiega Briano, che fra le altre cose è anche un esperto di paleontologia che si occupa di aste internazionali di dinosauri e affini.

«Non si tratta semplicemente di un ristorante gourmet che ospita l’esposizione di opere. Abbiamo pensato a Etra come a un contenitore, una sorta di cubo nero, illuminato dalla contemplazione dell’arte oltre che dal piacere conviviale e sensoriale dell’esperienza culinaria. Per rendere possibile tutto ciò abbiamo chiamato nella nostra squadra Davide Cannavino, uno chef in odore di stella Michelin che lavora per i nostri eventi già da un paio di anni. Davide potrebbe definirsi un “punk” della cucina, ha una solida preparazione tecnica ma ama fare ricerca e, un po’ come noi, ha un’anima artistica e sa osare abbinamenti arditi».

Etra, parola che contiene in sé un gioco concettuale in quanto palindromo di arte, è situata nel cuore di Genova, in piazza De Ferrari, in un edificio storico dei Rolli recentemente restaurato, palazzo Doria De Fornari. Lo spazio è aperto alla sera, seguendo gli orari del ristorante (dal martedì al sabato) e la domenica a pranzo, ma anche su appuntamento per organizzare incontri e visite dedicate. «Stiamo anche pensando a eventi più “pop”, come momenti di degustazione o aperitivo, accompagnati dal curatore della mostra in corso e da produttori del territorio di alto livello, per sperimentare un nuovo modo di stare a contatto con l’arte e con il bello», continua il gallerista.

«In fondo questo progetto risponde anche a un cambiamento nel modo di lavorare da parte delle gallerie, molto più incentrate su singoli eventi clou e meno sul quotidiano rispetto a una volta. Non è più un lavoro di bottega dove ognuno si coltiva il proprio orticello. Negli anni noi abbiamo intessuto rapporti con una clientela internazionale che ormai ci segue ovunque e quindi ora possiamo scegliere dove stare e ci fa molto piacere questo ritorno a casa. Dopo la fase buia toccata con il crollo del ponte Morandi, Genova si sta riprendendo, ci sono importanti investimenti infrastrutturali e immobiliari in corso. E anche noi vogliamo partecipare a questa rinascita della città portando un contributo. Il nostro iniziale dialogo con le istituzioni museali è stato molto positivo e la speranza è che il confronto fra spazi pubblici e privati cresca sempre più».
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A inaugurare lo spazio di Etra è la mostra di Lorenzo Puglisi che supera i confini della galleria per andare in scena all’interno della maestosa basilica della Santissima Annunziata del Vastato, in piazza della Nunziata. L’esposizione, «Puglisi per Genova», curata da Willy Montini e visitabile fino al 19 dicembre, è un omaggio alla città da parte di Etra, in collaborazione con il Comune di Genova. All’interno della basilica, grazie a una struttura double face (un grande pannello montato su un carrello mobile) due tele di Puglisi si confrontano con l’antico.

Dall’ingresso, in maniera prospettica rispetto all’altare, si staglia l’intensa «Crocifissione», già esposta all’ultima Biennale di Venezia. Se ci si volta, invece, si può osservare il «Grande Sacrificio» che si pone in dialogo silenzioso con l’«Ultima Cena» di Giulio Cesare Procaccini. La mostra prosegue poi negli ambienti di Etra, con opere di vario formato ma tutte accomunate dal nero «bituminoso» della pittura materica di Puglisi da cui emergono e si fanno strada rivoli di luce, volti, figure, forme.
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L’artista, di cui un autoritratto è stato accettato di recente nella celebre collezione degli autoritratti della galleria degli Uffizi, rivisita opere e temi del passato, ma la citazione non è mai fine a se stessa, bensì occasione per interrogare la realtà. «Rubo la scena pittorica agli uomini del passato scegliendo i capolavori che mi hanno più toccato», spiega Puglisi. «E lo faccio cercando di cogliere là dove la vita si manifesta, nel tentativo di far conoscere non solo gli artisti ma soprattutto il patrimonio straordinario di sapere che hanno espresso».

Si tratta di lavori provocatori di domande per lo spettatore, intrisi di un misticismo che invita ad andare oltre, a squarciare l’oscurità. Ma Etra non sarà solo una galleria dedicata all’arte contemporanea. «Non ci poniamo preclusioni di epoche, il nostro è uno spazio aperto a ibridazioni e incontri, guidati dai curatori ed esperti che di volta in volta chiameremo a collaborare», conclude Briano. «Prossimamente proporremo un’esposizione di arte dell’Ottocento. La nostra sfida sarà sempre più far appassionare i clienti vecchi e nuovi alla nostra ricerca trasversale del bello, che va dai dinosauri al contemporaneo».

Elena Correggia, 11 dicembre 2023 | © Riproduzione riservata

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