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L’allestimento della «Madonna con il Bambino» di Antonio Rossellino al Museo della Cattedrale, il 22 gennaio 2024

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L’allestimento della «Madonna con il Bambino» di Antonio Rossellino al Museo della Cattedrale, il 22 gennaio 2024

A Ferrara il Gesù bambino è nudo

Restaurata e valorizzata in un nuovo allestimento nel Museo della Cattedrale la Madonna di Antonio Rossellino, capolavoro scultoreo rinascimentale dell’«altra Officina ferrarese»

Valeria Tassinari

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Ancora una volta l’occasione di un restauro restituisce l’attenzione dovuta a un capolavoro, la «Madonna col Bambino» di Antonio Rossellino (Settignano, 1427-Firenze, 1479). Il ritrovato candore del marmo esalta l’armonia delle forme tra l’arco prospettico del trono e la naturalezza del legame di Maria con il suo Bambino, un paffuto Gesù benedicente che si scopre rivelando la nudità del corpicino, segno della sua duplice natura umana e divina.

L’opera dello scultore capace di interpretare i più alti paradigmi del Quattrocento toscano portandoli fino in terra estense è ora sotto i riflettori a Ferrara, città per la quale fu realizzata nel 1461, a compimento di un progetto di recupero e valorizzazione che ha saputo catalizzare la comunità cittadina. La scultura era originariamente conservata nella Chiesa di San Domenico; poi acquisita dal Ministero dell’Interno al Fondo Edifici di Culto (Fec), dal 2014 è in deposito presso il Museo della Cattedrale ma il prefetto Massimo Marchesiello auspica che possa tornare nella collocazione originale una volta che verrà recuperata.

Il restauro è stato promosso nel 2022 dall’allora direttore dei Musei d’Arte Antica di Ferrara Giovanni Sassu (oggi alla guida dei Musei Comunali di Rimini) che ha dichiarato: «L’iter è iniziato dieci anni or sono grazie a un vero spirito di collaborazione tra enti pubblici e privati. Dopo il terremoto del 2012 ci si era infatti resi conto che quel capolavoro, noto agli specialisti ma non al grande pubblico, meritava un’azione di valorizzazione. Con Anna Stanzani, funzionaria competente della tutela storico artistica, abbiamo condiviso la necessità di rimuoverlo dalla Chiesa di San Domenico, ormai chiusa per motivi statici, con un atto di salvaguardia d’urgenza. L’allora prefetto Michele Campanaro, comprendendo il valore culturale dell’iniziativa, ci ha agevolato nelle pratiche amministrative e nel 2014, grazie all’impegno dell’amministrazione comunale, ne abbiamo ottenuto il deposito al Museo della Cattedrale insieme alle altre sculture provenienti dal monumento di cui anticamente faceva parte, in attesa di giungere al restauro, sostenuto da un nutrito gruppo di soggetti privati».

Finanziato dall’unione di Ambassador Club Ferrara, Ferrariae Decus Ets, Soroptimist International Club, Associazione Italiana Sommelier-Delegazione di Ferrara, Fidapa Bpw-sezione di Ferrara e Amici dei Musei e Monumenti Ferraresi, il restauro è stato realizzato sotto la sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio da Fabio Bevilacqua, esperto di materiali litoidi, che spiega: «A parte un piccolo consolidamento del piede sporgente della Madonna, si è trattato essenzialmente di un intervento di tipo ecologico: partendo dal riconoscimento del materiale, che è un particolare marmo microcristallino con inclusioni di pirite proveniente da una specifica cava di Carrara, abbiamo operato una pulitura a base di gel di agar agar per dissolvere i sedimenti di sporco senza che l’acqua penetrasse, fino a restituire piena leggibilità alla “pelle” del materiale che presenta ancora la lucidatura originale, le tracce del trapano e i segni della raffinata tecnica del Rossellino».
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Dopo la presentazione, avvenuta il 22 gennaio e introdotta dagli esperti di scultura rinascimentale Aldo Galli e Paolo Parmiggiani, la Madonna di Rossellino è tornata in esposizione permanente nel Museo della Cattedrale in un nuovo allestimento accanto ad altre quattro opere di Rossellino che con la Madonna componevano il fulcro del monumento funebre di Francesco Sacrati, un facoltoso nobile ferrarese. Come sottolinea il conservatore Romeo Pio Cristofori, «il nuovo allestimento evidenzia l’elegante bellezza del monumento sepolcrale di Francesco Sacrati», che un tempo era collocato all’interno della cappella della ricca famiglia in San Domenico e che poi fu smembrato nel Settecento: la Madonna rimase nella chiesa, dove dopo la Controriforma era stata posizionata dietro l’altare maggiore perché giudicata sconveniente in quanto il Bambin Gesù appare nudo, mentre «San Giorgio», «San Paolo» (entrambe acefale) e «San Francesco», che raffigura il committente Francesco Sacrati, vennero portate al Lapidario di Palazzo Paradiso, mentre il «San Domenico» fu trasferito a Lugo dall’allora priore che volle portare con sé un ricordo di Ferrara.

«Seppure nel diverso contesto, prosegue Romeo Pio Cristoforil’allestimento, che offre anche la riproduzione tridimensionale della figura di San Domenico ora a Lugo, restituisce al monumento il suo equilibrio formale. La visione di un altro monumento funebre della famiglia Sacrati sulla stessa parete esalta la rilevanza della scultura in area estense, al punto che potremmo definirla “l’altra Officina Ferrarese”».

Valeria Tassinari, 23 gennaio 2024 | © Riproduzione riservata

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A Ferrara il Gesù bambino è nudo | Valeria Tassinari

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