Cristina Giopp
Leggi i suoi articoliMilano: la città dove si guarda al futuro, dove tutto è un continuo crescendo. Un «crescendo» scelto come tema della 27ma miart, la fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea di Milano, che si potrà visitare dal 14 al 16 aprile (con preview su invito il 13 aprile). E come un accordo in cui più note dando vita a una perfetta sinfonia, dall’11 al 16 aprile la città si animerà con le iniziative della Milano Art Week, la manifestazione diffusa coordinata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano, che mette in connessione le principali istituzioni pubbliche e fondazioni private cittadine di arte moderna e contemporanea, con un ricco programma di mostre e attività. Un appuntamento che pone Milano tra le prime città europee per vivacità, ricchezza e accessibilità culturale. In prima linea a sostenere questa crescita vi è Tommaso Sacchi, Assessore alla Cultura del Comune di Milano.
La proposta culturale della Milano Art Week si arricchisce ogni anno. Quali sono le novità e i tratti distintivi dell’edizione 2023?
Prima delle novità, desidero segnalare la conferma di alcune costanti che costituiscono i veri punti di forza della Milano Art Week: una solida regia pubblica, affiancata dalla competenza della direzione artistica di miart, e la grande collaborazione da parte di tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti, che anche quest’anno hanno risposto alla call dimostrando ancora una volta una qualità caratteristica di Milano: il grande entusiasmo nella partecipazione alla vita culturale della città. Per quanto riguarda le novità ce ne sono molte, in un programma di circa 80 appuntamenti diffusi in tutta la città, ma se dovessi sottolineare l’elemento più innovativo di questa edizione citerei senz’altro gli interventi d’arte negli spazi pubblici, che sempre più connotano la creatività contemporanea: oltre all’inaugurazione di tre nuove opere di ArtLine a CityLife (Rossella Biscotti, Liliana Moro, Otobong Nkanga), voglio segnalare in Triennale e alla Darsena, in collaborazione con l’Ufficio Arte Pubblica, il doppio intervento di Franco Mazzucchelli, con i suoi gonfiabili, e nel cortile del MUDEC il murale «I Trenta: Flavio Favelli per Rainbow».
Che cosa non dovremmo assolutamente perderci della Milano Art Week?
Se dovessi sceglierne una sola, segnalerei la Project Room del PAC dedicata a Silvia Giambrone. L’artista ha allestito un’installazione che affronta il tema delle molestie attraverso canali digitali, rielaborando un’esperienza vissuta purtroppo in prima persona. Un’opera molto forte, che utilizza immagini esplicite, una riflessione necessaria nel mondo contemporaneo, che ha scoperto nuove strade e strumenti per esprimersi sia nella scienza che nell’arte, sia nel bene che nel male. Già che ci si trova al PAC, suggerirei di non perdersi la grande personale di Yuri Ancarani, uno degli sguardi più interessanti della creatività contemporanea.
Immaginiamo il futuro dell’arte a Milano: come cambierà il panorama culturale tra 10 anni? E quale sarà il ruolo della città in questa evoluzione?
Il futuro dell’arte a Milano sarà fatto di innovazione, inclusione e collaborazione; la città svolgerà un ruolo centrale in questa evoluzione, aprendo le porte a nuove forme di espressione e creando un ambiente fertile per la creatività e l’ispirazione. Entro i prossimi 10 anni vedremo un’esplosione di nuove forme di espressione artistica, grazie all’avvento di nuove tecnologie e alla crescente muliculturalità della città. Milano dovrà svolgere il ruolo di catalizzatore e facilitatore, creando le condizioni affinché gli artisti possano esprimersi liberamente e raggiungere un pubblico sempre più ampio. Dovremo fornire risorse e supporto per l’organizzazione di mostre, eventi e festival d’arte innovativi, in grado di coinvolgere le comunità locali e di attrarre visitatori da tutto il mondo. Inoltre, dobbiamo essere proattivi nella costruzione di partnership con altre città, istituzioni e organizzazioni internazionali, al fine di sviluppare reti di collaborazione che ci permettano di condividere risorse e conoscenze e di promuovere Milano città d’arte e cultura nel mondo.
A un anno e mezzo dalla sua nomina, ci può fare un primo bilancio e anticipare i suoi propositi per una città importante come Milano?
Il mio bilancio dopo un anno e mezzo di lavoro è sicuramente positivo, anche se sono perfettamente conscio del moltissimo lavoro che ci aspetta. Abbiamo implementato numerose iniziative volte a valorizzare e promuovere il patrimonio culturale della città, sostenendo anche gli artisti e le attività culturali emergenti. Ma non ci fermiamo qui. Il nostro obiettivo è di continuare a innovare e adattarci ai cambiamenti del panorama culturale, sempre più digitale e globale. Stiamo lavorando per creare nuove sinergie tra arte e tecnologia, per offrire esperienze immersive e coinvolgenti al pubblico. Il nostro proposito per il futuro è di consolidare e ampliare il network di collaborazioni con le istituzioni culturali locali e internazionali, creando ponti tra le diverse realtà e promuovendo l’intercambio di idee e progetti. Inoltre, intendiamo investire in progetti di inclusione e accessibilità culturale, per garantire a tutti i cittadini la possibilità di fruire della cultura nella propria lingua e con strumenti adeguati. In sintesi, il buon proposito come assessore alla cultura di Milano è quello di continuare a fare della città un polo culturale di eccellenza, capace di dialogare con il mondo e di rispondere alle sfide del futuro, senza mai perdere di vista la sua identità e la sua storia.
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