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Il logo dell’Anno Gaudí (Any Gaudí)

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Il logo dell’Anno Gaudí (Any Gaudí)

6,5 milioni di euro per commemorare Antoni Gaudí

Tra le numerose iniziative dell’Anno Gaudí, che ricorda l’architetto modernista nel centenario della morte, anche una mostra e un congresso internazionale

Roberta Bosco

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Proprio il giorno in cui è stato posizionato il primo elemento della croce della Torre di Gesù Cristo, che segna l’inizio della fase conclusiva della costruzione del pinnacolo più alto della Sagrada Familia di Barcellona, è stato presentato il programma dell’Anno Gaudí (Any Gaudí), promosso dall’Assessorato alla Cultura della Generalitat de Catalunya per commemorare il centenario della morte dell’architetto catalano Antoni Gaudí (Reus, 1852-Barcellona, 1926).

Per rendere possibile questo grande omaggio al principale interprete del Modernismo, la Generalitat, il governo autonomo della Catalogna, ha stanziato 6,5 milioni di euro, che saranno gestiti collettivamente dalle quattro entità che rappresentano la diversità dei modelli di gestione dell’eredità fisica e concettuale di Gaudí: la Cripta della Colònia Güell e la Torre di Bellesguard a Barcellona; l’Istituto Municipale di Cultura di Reus e la Cattedrale di Maiorca. È la prima volta che tutte le istituzioni dedicate a Gaudí partecipano in un progetto comune, con l’obiettivo che questa collaborazione duri oltre l’anniversario per affrontare insieme le problematiche vincolate alla conservazione delle costruzioni gaudiniane e alla diffusione della sua figura e delle sue opere.

Oltre alle quattro entità organizzatrici saranno coinvolte nel programma con eventi diversi: la Casa Batlló, la Casa Vicens, il Palazzo e il Parco Güell, la Casa Calvet, il Collegio Teresià, i Padiglioni della Finca Güell, il Portale e la Recinzione della Finca Miralles, la Nau Gaudí, la Casa Milà più nota come La Pedrera, il Tempio della Sagrada Familia e il Primo Mistero della Gloria del Rosario Monumentale di Montserrat, tutte in Catalogna. Oltre alla Cattedrale di Maiorca si sommano alla commemorazione tre opere di Gaudí situate al di fuori del territorio catalano: il Capriccio di Comillas, il Palazzo Episcopale di Astorga e la Casa Botines di Leon.

«Gaudí era un architetto, ma aveva un’ampia visione d’insieme di tutte le discipline artistiche. Fautore dell’arte totale, è stato un pioniere nell’applicazione delle scienze e della tecnologia, alle arti», ha affermato il curatore dell’Anno Gaudí, Galdric Santana, architetto, musicista e costruttore di strumenti musicali, direttore della Cattedra Gaudí presso l’Università Politecnica di Catalogna e responsabile del restauro della Torre Bellesguard.

La cerimonia di apertura dell’Any Gaudí si svolge sabato 8 novembre a Reus, città natale dell’architetto, e prevede uno spettacolo pirotecnico con video mapping, danza, acrobazie ed elementi visivi, che spiegano in modo trasversale le origini dell’architetto, la sua infanzia, il legame con il territorio e il percorso che l’ha reso un’icona universale. A Riudoms, dove Gaudí trascorse la sua infanzia, si terrà uno spettacolo itinerante che collega la sua architettura alle sue radici vitali, affinché da qualsiasi parte del mondo si possa comprendere che il suo modo di intendere la vita ha origine nella sua terra. L’atto di chiusura si celebrerà a Barcellona, ma non sono ancora noti né il giorno né il programma dell’evento, che avrà comunque una dimensione festosa.

Tra le numerose iniziative dell’Any Gaudí spiccano una mostra e un congresso internazionale. A giugno 2026, La Pedrera, la celebre casa di Gaudí sul Paseo de Gracia, accoglierà il «Congresso Internazionale Gaudí 2026», un incontro scientifico multidisciplinare con l’obiettivo di riunire lavori di ricerca oggettivi e non interpretativi di altissimo livello, come nuovi contributi alla conoscenza di Gaudí. Una grande mostra nel Museu d’Història de Catalunya offrirà al pubblico la possibilità di ripercorrere la carriera di Gaudí e di conoscerne l’opera, analizzata e spiegata attraverso i principali parametri compositivi che applicò alla sua creazione artistica: il luogo e la sua storia, il contesto sociale del momento e il rapporto con i committenti, nonché l’uso personale della scienza e della tecnologia nel suo processo creativo.

«Tra i principali obiettivi dell’Any Gaudí spicca la volontà di illustrare con il massimo rigore la dimensione scientifica della sua opera, a partire dalle relazioni tra tutti i suoi progetti che finora sono stati studiati e spiegati individualmente. Vogliamo raccontare Gaudí a 360º, partendo dall’insieme dei suoi edifici e facendo conoscere le sue opere meno note, per avvicinarlo al pubblico locale e straniero e in particolare ai più giovani», ha concluso Galdric Santana.

La consigliera Cultura Sònia Hernández alla presentazione dell’Anno Gaudí

Roberta Bosco, 04 novembre 2025 | © Riproduzione riservata

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