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Virtus Zallot
Leggi i suoi articoliSul pavimento, sugli arredi liturgici in pietra e sugli elementi architettonici di alcune chiese e chiostri medievali romani un tripudio di marmi colorati disegna straordinarie geometrie. Piccole figure campiscono figure maggiori e riempiono nastri e cornici, che avvolgono e legano altre figure ancora. Spesso di recupero, i marmi dispiegano un astratto atlante storico e geografico, radunando materiali provenienti da tempi (geologici e storici) e luoghi (cave e precedenti edifici) diversi, vicini e lontani.
I decori pavimentali segnalavano il variare degli spazi e accompagnavano i percorsi; quelli sugli arredi liturgici e sugli elementi architettonici ne commentavano il funzionamento, in relazione agli usi sia pratici che simbolici. La gioia per gli occhi di tali e tanti ornamenti consentirebbe di goderne a prescindere dalla storia, ma è proprio la storia ad attribuire loro valore e senso: ricostruendone le forme originarie e le relazioni con i contesti temporali e spaziali, quest’ultimi, purtroppo, spesso alterati da trasformazioni, trasferimenti e distruzioni.
Tale storia si arricchisce ora del contributo di Peter Cornelius Claussen, grazie alla versione aggiornata e tradotta in italiano, edita da Viella, della sua fondamentale ricerca già pubblicata in tedesco nel 1987. Come anticipato nel sottotitolo, Claussen la ricostruisce attraverso i protagonisti: gli artisti marmorari romani del Medioevo, quelli solitamente e altrove definiti cosmati e noti, prevalentemente, proprio per i coloratissimi decori geometrici, anche se operarono come architetti, costruttori di elementi d’arredo e scultori. Il volume è organizzato per capitoli monografici, ciascuno dedicato a una famiglia (dal capostipite, che avviò la bottega, ai figli che lo affiancarono e gli succedettero, anche per più generazioni) o a figure singole che, tra XII e XIII secolo, operarono a Roma e nei dintorni. Le personalità artistiche individuate sono 62, il cui nome è generalmente tramandato dalle firme incise sui lavori. Già indice di autorevolezza artistica, esse sono spesso accompagnate da appellativi e aggettivazioni che certificano consapevolezza culturale e prestigio sociale, come nella dichiarazione che ha dato titolo al volume: «Magistri doctissimi romani».
Magistri Doctissimi Romani. Gli artisti marmorari romani del Medioevo
di Peter Cornelius Claussen, traduzione di Elisabetta Pastore e revisione di Maddalena Libertini, 248 pp., 160 ill. b/n e col., Viella, Roma 2025, € 78

La copertina del volume
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