Zannoni scultore e collezionista

Mostra laboratorio a Palazzo della Ragione a Verona nel centenario della morte dell'artista

Una delle sale allestite per la mostra su Ugo Zannoni
Redazione |

Ugo Zannoni è stato uno scultore veronese dell’Ottocento interprete raffinato e sensibile del gusto della classe sociale borghese emergente di cui fece il trampolino di lancio per la conquista di un successo internazionale. Ma Zannoni è stato anche un mecenate che con le sue cospicue donazioni di opere diede origine al primo nucleo della galleria d’arte moderna intitolata poi ad Achille Forti, altrettanto generoso donatore tradito oggi dalla città che ne ha beneficiato.

La stessa galleria, nella attuale sede di Palazzo della Ragione, oggi dedica a Zannoni la mostra «La mano che crea», a cura di Francesca Rossi, direttrice dei Musei Civici di Verona. Nato a Verona nel 1836, dopo una vita passata soprattutto a Milano, scomparve nel 1919 nella stessa città da dove la sua carriera aveva preso avvio con la vittoria del concorso per il Monumento a Dante Alighieri che una Verona ancora austriaca volle caparbiamente erigere in piazza dei Signori in onore del padre della letteratura italiana nel 1865.

Questa mostra, finalmente inaugurata dopo un’attesa di tre mesi (resterà visitabile fino al 31 gennaio del prossimo anno), arriva nel centesimo anno della scomparsa dello scultore. Una mostra laboratorio, con restauri dal vivo eseguiti in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Verona, che ricostruisce la sua opera accanto alla sua natura di eclettico collezionista e il mondo di relazioni nel quale Zannoni si formò, popolato di figure come quelle di Aleardo Aleardi e Giacomo Franco.

Riconosciuto esponente della «scuola di Milano», autore di opere di genere che vennero vendute in tutto il mondo, ricevette soprattutto dai veronesi le committenze di natura monumentale, di gusto eclettico e di grande virtuosismo. All’Istituto Stimmate, dove Zannoni insegnò negli ultimi anni, è visitabile una raccolta di gessi. I contributi in catalogo sono di Francesca Rossi, Patrizia Nuzzo, conservatrice della Gam, Maddalena Basso, Camilla Bertoni, Elena Casotto, Sergio Marinelli e Pietro Trincanato.

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