Autoritratto di Paul McCartney (1964). © Paul McCartney

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Autoritratto di Paul McCartney (1964). © Paul McCartney

Yevonde e Sir Paul riaprono la National Portrait Gallery

Al museo londinese, chiuso da marzo 2020 per grandi lavori di ristrutturazione, due mostre fotografiche sulla pioniera Middleton e sul più popolare dei Beatles

La National Portrait Gallery, una delle istituzioni più venerate della Gran Bretagna, è chiusa dal marzo 2020 per grandi lavori di ristrutturazione e la sua riapertura al pubblico il 22 giugno sarà celebrata da due mostre, entrambe di fotografia. Lo stesso 22 il museo londinese inaugurerà l’esposizione «Yevonde: Life and Colour», dedicata a Yevonde Middleton, donna indipendente e curiosa, suffragetta e pioniera della fotografia a colori negli anni Trenta; il 28 dello stesso mese sarà aperta l’attesissima «Paul McCartney Photographs 1963-64: Eyes of the Storm».

Si tratta di una selezione di fotografie da lui scattate con la Pentax tra il novembre 1963 e il febbraio 1964, immagini che credeva perdute. Poco dopo il ritrovamento, nel 2020, il musicista stesso ha contattato la National Portrait Gallery, che per sua natura onora e ricorda grandi personaggi della storia inglese e della cultura britannica, con una grande attenzione al presente e una vivace curiosità verso il futuro.

Curata da Nicholas Cullinan e Rosie Broadley, rispettivamente direttore e curatrice del museo, l’esposizione proporrà per la prima volta al pubblico più di 250 scatti dall’archivio personale di Paul McCartney, scelti da lui stesso tra i quasi 1000 ritrovati. Si tratta di un racconto per immagini di quattro mesi straordinari, che hanno fatto la storia dei Beatles e della musica mondiale: proprio allora il quartetto inizia il tour che li porta da Liverpool e Londra a Parigi, Miami, Washington e New York.

Erano già un fenomeno inglese, ma, dopo essere stati ospiti del «The Ed Sullivan Show» a New York, il 9 febbraio 1964, visti da 73 milioni di persone, la Beatlemania è ufficialmente nata: scene di adulazione fanatica, urla, isteria, un fervore quasi religioso che costringerà la band a non fare più concerti già dal 1966. Sono mesi ben documentati ma che per la prima volta si vedranno dagli «eyes of the storm», gli occhi di uno dei protagonisti.

Paul McCartney è spesso ritratto con una macchina fotografica al collo e lui stesso ammette di esserne sempre stato attratto sin da bambino. Un approccio istintivo all’immagine, unito a un grande impegno e un vivace entusiasmo che non è mai venuto meno, visti i suoi due album del 2020 e del 2021, la pubblicazione del libro The Lyrics: 1956 to the Present anche del 2021, la collaborazione alla retrospettiva di sua moglie Linda (scomparsa nel 1998), fotografa, aperta da poco a Tucson in Arizona.

La mostra della National Portrait Gallery è accompagnata dal libro 1964: Eyes of the Storm, con testi di Paul McCartney, Nicholas Cullinan, Rosie Broadley e Jill Lepore. Finanziata da Bloomberg Philanthropies, una guida digitale gratuita scaricabile sull’applicativo Boloomberg Connects sarà accessibile alla mostra e da casa, con ulteriori immagini, racconti e video.

Autoritratto di Paul McCartney (1964). © Paul McCartney

Sandra Romito, 20 giugno 2023 | © Riproduzione riservata

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Yevonde e Sir Paul riaprono la National Portrait Gallery | Sandra Romito

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