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Work in regress

Daniela Vartolo

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È in corso sino al 31 dicembre presso La Giarina Arte Contemporanea una mostra dedicata a Claudio Costa (Tirana 1942-Genova 1995) e Daniele Girardi (Verona 1977) dal titolo «Bivacco 17» suggerito da uno dei rifugi di Girardi (artista di matrice comportamentale che pone il viaggio e lo spostamento come esperienza artistica ed esistenziale) che viene ricostruito in galleria, una sorta di accampamento in cui sono tracciate «le pratiche, i segni, gli oggetti, le immagini dell’esperienza, anche se il vero e autentico operato artistico è stare nella foresta, nella wilderness», come spiega l’artista. Per Costa la creazione era un «work in regress», rappresentato dalle dieci opere presenti, eseguite dal 1964 al 1991, in ferro arrugginito, materiale degradato o consumato da cui emergono documenti antropologici con un forte potere evocativo ed espressivo.

Per Girardi invece è un «work in progress» in cui si fonde il rapporto tra esperienza e visione, come nei progetti degli ultimi anni, «I Road» e «The Great Valley». La sua ricerca si concentra sull’estensione del vissuto attraverso invasioni spaziali e archiviazione di «Sketch Life Books»; il suo video MYR (2015) riprende i suoi passi attraverso le lande deserte della Norvegia mostrando come il procedere sia conquista e smarrimento, minaccia e scoperta. Ma per entrambi, come spiega il curatore Luigi Meneghelli, il lavoro artistico punta a «esorcizzare la morte ed esaltare la vita».

Daniela Vartolo, 04 ottobre 2016 | © Riproduzione riservata

Work in regress | Daniela Vartolo

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