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Federico Castelli Gattinara
Leggi i suoi articoliIl neodirettore Muriel Mayette-Holtz è la prima donna alla guida dell’Accademia di Francia a Villa Medici, che festeggia i 350 anni
Mayette-Holtz è stata certamente una scelta insolita e criticatissima in patria, con una lettera aperta di artisti e intellettuali al ministro della Cultura Fleur Pellerin, amica del marito, rilanciata da «Libération».
Per la prima volta a guidare Villa Medici è una donna, per di più attrice e regista, per otto anni, fino al 2014, direttrice della Comédie-Française, anche in quel caso prima donna nella storia. «Contenta, fortunata, orgogliosa», Mayette-Holtz spiega che la sua gestione s’incardinerà su due punti di forza: l’apertura e la riflessione e promozione della creatività a 360 gradi. Aprire le porte, che è anche la migliore risposta ai fatti di Parigi, vuol dire potenziare «nei due sensi» lo scambio tra Villa Medici e il pubblico, tra Roma e Parigi, tra istituzioni culturali italiane, francesi e straniere. Vuol dire bilinguismo sempre, condividere gli artisti, riflettere sull’arte con i maestri delle più varie discipline: dal 18 febbraio al via «I giovedì della Villa. Questions d’art», gratuiti, primi invitati Valeria Bruni Tedeschi e Salvatore Settis.
Le regole di selezione dei pensionnaires saranno cambiate, il Prix de Rome non avrà più una lista di discipline ammesse né un tetto d’età (oggi fissato a 45 anni): abrogati pure i relatori, la scelta sarà tutta nelle mani di una giuria unica, che vaglierà i progetti e si assumerà la responsabilità di individuare nuovi talenti. L’idea è di abbattere recinzioni, intersecare generi e generazioni, perché «l’arte non è una scelta ma una necessità, stare qui è trovare la forza di questa necessità», spiega.
L’attenzione al mondo dell’accademia come istituzione e patrimonio, che da qualche anno è oggetto di studi e dibattiti anche in Italia (il Mibact ha aperto un apposito tavolo tecnico), è evidente in tutta la programmazione, dai seminari alle esposizioni ai restauri.
Per le mostre, a Balthus, aperta fino al 31 gennaio, segue «Yan Pei-Ming, Roma», curata da Henri Loyrette, rispettivamente un pittore e uno storico dell’arte (direttore del Louvre fino al 2013), entrambi ex borsisti dell’istituzione. All’annuale Teatro delle Esposizioni dal 30 giugno a fine agosto, con i lavori dei borsisti in sede, segue «350 anni di creatività», curata da Jérome Delaplanche, sugli artisti dell’Accademia di Francia da Luigi XIV a oggi, dal 13 ottobre al 17 gennaio 2017 (poi nel 2018 in versione ampliata al Petit Palais di Parigi).
Per i restauri, la stupenda controfacciata, arricchita con i rilievi provenienti dall’Ara Pacis e da altri monumenti romani, sarà completata in aprile. Interventi sono previsti sul calco seicentesco dell’Apollo del Belvedere e su altri gessi, sulla collezione dei dipinti e sugli arredi. E, ancora, rivoluzione nelle luci interne ed esterne, inadeguate, nuovi progetti pedagogici e la creazione degli «Amici di Villa Medici» per sostenere le gratuità estese il più possibile, a integrare il bilancio di circa 7 milioni di euro, di cui oltre 5 dello Stato francese.
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