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Vivian colpisce ancora
- Federico Castelli Gattinara
- 05 maggio 2017
- 00’minuti di lettura
Federico Castelli Gattinara
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Dopo Nuoro e Milano, è aperta fino al 18 giugno al Museo di Roma in Trastevere, per poi spostarsi dal 23 giugno al 24 settembre al Palazzo Ducale di Genova, la grande retrospettiva su «Vivian Maier. Una fotografa ritrovata» (cfr. n. 355, lug.-ago. ’15, p. 45). Sono esposte 120 fotografie in bianco e nero realizzate a New York e Chicago dall’ormai famosa tata fotografa tra gli anni Cinquanta e Sessanta insieme a una scelta di scatti a colori poco conosciuti degli anni Settanta, alcune pellicole in super 8 e due foto inedite.
La mostra, prodotta da diChroma Photography e curata da Anne Morin e Alessandra Mauro, cade a dieci anni esatti della scoperta di John Maloof, che si è imposto di conservare l’eredità artistica della Maier arrivando ad archiviare oltre 150mila negativi e 3mila stampe. «Mentre lavoravo a un libro sulla storia degli abitanti di Portage Park, una comunità nel Nordest di Chicago, ricorda Maloof, mi sono imbattuto casualmente nell’archivio fotografico di Vivian Maier.
La serie di eventi scatenata da questa scoperta ha scombussolato non solo il mondo della Street photography ma anche la mia vita». Il fascino di questi scatti risiede anche nel mistero che circonda l’autrice che non espose né pubblicò mai neanche una foto. Accompagna la mostra il volume Vivian Maier. Fotografa di Contrasto.