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Video in vitro

Federico Florian

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Da Lia Rumma Gary Hill con opere storiche e recenti

Lia Rumma ospita sino al 25 aprile una personale di Gary Hill (Santa Monica, California, 1951), pioniere della video-arte e dell’immagine elettronica. I suoi lavori, che spaziano dall’installazione alla performance, dal video alla scultura (disciplina per cui venne insignito del Leone d’Oro alla Biennale di Venezia del 1995), esplorano la relazione tra immagine e parola, sistema ottico e codice verbale, servendosi di un vocabolario visuale spesso complesso. Semiologica è l’attitudine di Hill, analitica la sua ricerca. «Depth Charge», questo il titolo della mostra, raccoglie due lavori recenti («Klein Bottle with the Image of Its Own Making (After Robert Morris)» e «Pacifier») e quattro opere storiche («Isolation Tank», «Learning Curve», «Sine Wave» e «Depth Charge»).

Il video, medium favorito dell’artista in quanto, dice, è «forma di espressione vicina al pensiero», è il protagonista di queste opere: in «Klein Bottle» (2014) l’immagine in movimento abbandona il luogo in cui viene tradizionalmente mostrata (lo schermo) per entrare nell’opera stessa (un contenitore di vetro, dentro il quale, per l’appunto, viene proiettata la registrazione video del processo di produzione del contenitore stesso). O ancora, in «Learning Curve» (1993), un piccolo monitor posto all’estremità di un tavolo lungo cinque metri, dove lo spettatore è invitato a sedersi, mostra l’onda perfetta, quella inseguita dai surfisti per tutta la vita (Hill stesso è un appassionato di surf).

Nell’installazione che dà il titolo all’esposizione (eseguita nel 2009-12), sul sottofondo di un arrangiamento a chitarra elettrica di una composizione del musicista franco-statunitense Edgar Varèse, un mosaico di cinque monitor installati a terra ripropone una vecchia opera dell’artista, «The Psychedelic Gedankenexperiment», che analizza le alterazioni psichiche dovute all’assunzione di Lsd.

Federico Florian, 09 marzo 2015 | © Riproduzione riservata

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