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Umberto Sciamanna (1891-1963) Piazza Pia, Palazzo Sauve e i Palazzi progettati dall’arch. Luigi Poletti. 1930 Da negativo su lastra in vetro Roma, Museo di Roma (inv. XC 6190)

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Umberto Sciamanna (1891-1963) Piazza Pia, Palazzo Sauve e i Palazzi progettati dall’arch. Luigi Poletti. 1930 Da negativo su lastra in vetro Roma, Museo di Roma (inv. XC 6190)

Una Spina nel cuore di Roma

Una mostra ai Musei Capitolini racconta la storia millenaria dell’attuale via della Conciliazione

Federico Castelli Gattinara

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Roma. Ieri ai Musei Capitolini ha inaugurato una nuova mostra dedicata a «La Spina. Dall’agro Vaticano a via della Conciliazione», aperta fino al 20 novembre a cura di Laura Petacco e Claudio Parisi Presicce. Un viaggio a ritroso nel tempo che ci parla di un’area importante, quella che collega il Tevere alla basilica di San Pietro, oggi particolarmente presa d’assalto dai pellegrini cattolici e dai turisti per via del Giubileo indetto da papa Francesco.
Tutti la conosciamo come uno dei grandi stravolgimenti «simbolici» voluti da Mussolini, e approvato da papa Pio XI Ratti, iniziato con le demolizioni del 1936-37 e concluso con il completamento dell’arredo urbano di via della Conciliazione per il Giubileo del 1950. Ma alle spalle in realtà c’è una storia sorprendente, oltre che millenaria. La Spina, titolo e filo conduttore, ha la doppia valenza di toponimo che deriva dalla forma allungata dell’isolato rinascimentale, oggi scomparso, e di corpo estraneo che, con le demolizioni iniziate in realtà ben prima del fascismo, alla fine viene estratto dal tessuto della città, cancellando ciò che il grande urbanista e storico dell’architettura Leonardo Benevolo individuava come il tratto distintivo di Roma moderna: «il contrasto permanente tra tono aulico e tono popolare», la «coesistenza della scala monumentale con la scala quotidiana».
Dopo una videoinstallazione curata dall’Istituto LUCE e una localizzazione topografica, la mostra si articola in tre sezioni: «Prima della Spina», «La Spina dei Borghi», «Cavare la “spina” a San Pietro».
Decine di pezzi tra cartografie storiche, reperti di Roma antica, materiali architettonici, frammenti di affreschi staccati, dipinti, stampe, fotografie e plastici, alcuni mai prima esposti, ripercorrono secoli di storia e svelano curiosità spesso dimenticate: come l’esistenza di una piramide funeraria romana dove oggi sorge l’Auditorium della Conciliazione, piramide che papa Alessandro VI Borgia fece distruggere, promettendo in cambio l’indulgenza plenaria, per costruirvi la via Alessandrina (oggi inglobata in via della Conciliazione) in occasione del Giubileo del 1500. Nel Medioevo la leggenda identificava questa sepoltura monumentale come la Meta Romuli, mentre la Piramide Cestia era la Meta Remi, le tombe dei mitici gemelli allattati dalla Lupa.

Umberto Sciamanna (1891-1963) Piazza Pia, Palazzo Sauve e i Palazzi progettati dall’arch. Luigi Poletti. 1930 Da negativo su lastra in vetro Roma, Museo di Roma (inv. XC 6190)

Ciro Santi (attivo nella seconda metà del XVIII secolo) Alzato del progetto di Cosimo Morelli per la sistemazione di Piazza San Pietro Post 1776 Acquaforte Roma, Museo di Roma, Gabinetto delle Stampe (inv. MR 10302)

Federico Castelli Gattinara, 22 luglio 2016 | © Riproduzione riservata

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