Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Federico Castelli Gattinara
Leggi i suoi articoliApre in ottobre la monumentale rampa di Domiziano con sette tornanti
Aspettando la grande inaugurazione di Santa Maria Antiqua, prevista nel marzo del prossimo anno, proprio accanto aprirà per la prima volta al pubblico, in ottobre, l’imponente rampa di Domiziano che collegava, con sette tornanti sovrapposti lunghi una cinquantina di metri, il Foro Romano alla Domus Tiberiana e agli altri palazzi imperiali sul Palatino.
La scoperta del monumento risale a Giacomo Boni, che nei primissimi anni del Novecento opera in tutta l’area una serie di scavi che riportano alla luce, oltre alla rampa, l’antichissima chiesa di Santa Maria Antiqua, soltanto in parte riemersa due secoli prima. Dopo i permessi per allontanare le religiose e abbattere la seicentesca chiesa di Santa Maria Liberatrice che vi sorgeva sopra, gli scavi e i complessi interventi di restauro dei due monumenti procedono in parallelo.
La rampa fa parte di un grande e ancora misterioso complesso di edifici sul lato sud-orientale del Foro, impiantato da Domiziano e ultimato da Adriano, che comprendeva un atrio trasformato nel VI secolo nella chiesa di Santa Maria Antiqua, un’aula in origine voltata che gli scopritori identificarono erroneamente col Tempio di Augusto, un portico e un’aula più piccola tramutata in epoca tardoantica nell’Oratorio dei Quaranta Martiri. Giacomo Boni studiò attentamente e ricostruì filologicamente le volte di un buon tratto della rampa, le cui murature raggiungevano in origine circa 40 metri di altezza ma le cui coperture erano crollate, senza però completare l’opera.
Oggi si conservano il primo e il secondo corridoio, con le volte a botte in opera cementizia di Boni completate usando materiale reversibile (legno lamellare), il pavimento originario in opus spicatum e tracce degli intonaci parietali. Il terzo braccio, conservato, e il quarto, ricostruito, sono privi di coperture.
Il monumentale spazio coperto, bonificato e chiuso da alte vetrate di cristallo, comprende anche tre piccole sale di servizio che saranno dedicate a mostre di reperti e fotografie d’epoca sulla storia del luogo e degli scavi. Il percorso, che offre un affaccio spettacolare sul Foro, sfocia sul clivo della Vittoria, che attraversa il Palatino dall’angolo nord alla Domus Flavia.
A parte restauri minori alla metà del Novecento, per il Giubileo del 2000 ci sono stati lavori per 900mila euro, ripresi dalla Soprintendenza archeologica di Roma a partire dal 2010 e appena conclusi, sotto la direzione dell’archeologo Patrizia Fortini in collaborazione con l’architetto Claudia Del Monti.
Altri articoli dell'autore
Tra Foro Romano e Palatino sono stati ritrovati i resti di una lussuosa dimora con una sala per banchetti a forma di grotta e uno straordinario mosaico impreziosito con conchiglie, vetri e tessere blu egizio
Si inizia con l’enigmatico scultore ateniese. Altre due monografiche saranno dedicate a Prassitele e a Skopas
Stéphane Verger nel chiostro di Michelangelo ha fatto eseguire interventi su sette teste di animali antiche (quattro di età adrianea e tre rinascimentali) e ne ha commissionata un’ottava a Elisabetta Benassi
Lo scavo condotto dalla Soprintendenza speciale di Roma ha riportato alla luce strutture in laterizio e un sontuoso apparato decorativo riconducibili a una committenza di altissimo rango, quasi sicuramente imperiale