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Luana De Micco, Francesca Romana Morelli
Leggi i suoi articoliIn mostra a Roma nella galleria di Gianluca Berardi 50 oli e 30 disegni di Francesco Paolo Michetti intorno a un suo importante dipinto
Nel 1898 a Berlino il mercante Ernst Seeger inaugurò una memorabile mostra di Francesco Paolo Michetti, con 325 tra pitture e studi, acquistati nell’atelier dell’artista abruzzese (1851-1929). Spiccava il grande olio «La processione del Corpus Domini a Chieti», già di proprietà dell’imperatore Guglielmo II. È uno dei dipinti più rivoluzionari del secondo Ottocento italiano.
Nel 1877 nell’Esposizione Nazionale di Napoli il quadro aveva infatti suscitato un interesse straordinario perché, facendo tesoro della lezione «giapponista» di Mariano Fortuny, si presentava come una potente macchina visiva simbolica, che rinnovava la maniera di dipingere impiegata fino ad allora.
Il giovane maestro, tanto amato dal conterraneo D’Annunzio, vi aveva utilizzato colori non mescolati e un comporre «piatto», lasciandosi alle spalle la prospettiva. Dal 5 maggio all’11 giugno il dipinto sarà protagonista della mostra «Michetti. La luce e il segno» ideata e curata da Gianluca Berardi nella sua galleria e nella vicina Cappella Orsini.
Sono esposti 50 oli e 30 disegni di Michetti divisi tra il primo e l’ultimo periodo di ricerca, quando, raggiunta la fama e diventato il maggiore esponente della scuola partenopea, Michetti si concentra sullo studio dell’«essenza della forma», con una pittura fatta di poche e rapide pennellate.
Quest’ultimo gruppo consistente di opere proviene soprattutto dagli eredi dell’artista. Infine si rammenta che fin dai primi anni Settanta dell’Ottocento Michetti si interessa alla fotografia, prima come forma di studio dal vero, poi come mezzo espressivo autonomo, capace di aprire nuove prospettive, visive e concettuali (catalogo a cura di Gianluca Berardi).
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