Una memoria di marmo

«Memory game» a Villa Lontana

Installation view di «Memory game»
Guglielmo Gigliotti |  | Roma

«Memory game» è una mostra che «gioca» con i tempi della storia e del privato, fondendoli mediante l’amalgama dell’arte. Curata da Vittoria Bonifati e Jo Melvin e aperta fino al 21 novembre, dispiega nel garage moderno di Villa Lontana (sulla Via Cassia presso Ponte Milvio, un tempo campagna «lontana» dall’Urbe) opere d’arte contemporanea nel confronto con campioni di marmi colorati provenienti da tutti gli angoli dell’Impero romano, ordinati in una cassettiera ottocentesca.

Quest’ultima è solo uno dei gioielli della vasta collezione d’arte antica, gemme e glittica di Paola Santarelli, madre della Bonifati. Le opere d’arte dei giorni nostri sono invece di Tauba Auerbach, Susan Hiller, Thomas Hutton, John Latham, Charlotte Moth, Rosalind Nashashibi+Lucy Skaer, Olu Ogunnaike, Giorgio Orbi, Andrés Saenz de Sicilia+Emiddio Vasquez, Edoardo Servadio e Joëlle Tuerlinckx.

«Quand’ero bambina, racconta Vittoria Bonifati, mia madre invitava spesso me e mio fratello al gioco mnemonico dell’individuazione del nome dei marmi antichi. Gli stessi marmi sono poi memoria del dominio geopolitico di Roma imperiale sul Mediterraneo e sull’attuale Europa. Un’espansione che comportava anche migrazioni, come oggi, che comprendono però anche altre rotte. Cyprien Gaillard, ad esempio, espone un blocco di travertino che si è fatto inviare da New York perché proveniente da un ambiente delle Torri Gemelle, decorato con l’antico marmo italiano».

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