Una doppia piattaforma antisismica per Castelluccio

Richiesti tempi certi e il consenso esplicito degli abitanti per un progetto che metterà in sicurezza gli edifici per almeno due-tre secoli

Una veduta del 2018 di Castelluccio, con alcuni edifici visibilmente distrutti. Foto: Stefano Miliani
Stefano Miliani |

Castelluccio di Norcia poggerà su una doppia piattaforma antisismica per isolarla da scosse molto forti come quelle che hanno annientato il borgo montano sulla magnifica piana il 30 ottobre 2016. Si tratta di un progetto definito unico al mondo sia per estensione, oltre 6mila metri quadrati, sia perché investe un centro storico esistente e non nuovi edifici in costruzione come accade in Giappone.

Il progetto è coordinato da Marco Mezzi, ingegnere del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, e da Paolo Verducci, architetto del Dipartimento di Ingegneria, entrambi docenti dell’Università di Perugia, e sostenuto dalla Regione Umbria. Condivide il lavoro il Commissario straordinario per la ricostruzione del sisma 2016 Giovanni Legnini che chiede tempi certi per l’esecuzione e il consenso esplicito degli abitanti, lo segue il Comune di Norcia, lo sorvegliano sia la Soprintendenza umbra che quella speciale per le aree del sisma 2016.

Semplificando, Mezzi descrive così l’infrastruttura: «Ci sarà una piastra di fondazione sul terreno, una seconda piastra su cui poggerà un edificio e, tra le due, uno spazio con supporti e dispositivi meccanici che scorreranno in maniera controllata e faranno da “isolatori” in grado di ridurre fortemente l’azione di un terremoto anche estremo. Un’altra novità è che sarà a gradonature perché seguirà l’andamento del colle».

Poggeranno sulla piastra oltre 45 edifici e due chiese, non l’intera Castelluccio. «Parliamo dell’area sommitale. L’unicità e originalità del modello, aggiunge Verducci, è anche che rispetta la morfologia del luogo. E avrà ambienti visitabili». Il progetto, precisa, «è generato da una tesi di laurea, mette in sicurezza gli edifici per almeno due-tre secoli in un’area così sismica, il confronto con gli abitanti è già avviato» e potrà essere usato in altri luoghi. In un incontro al museo MaXXI di Roma Gianluca Fagotti, ingegnere dell’Ufficio Ricostruzione Umbria della Regione, ha stimato un costo (tutto compreso) superiore ai 25 milioni di euro.

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