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Una collezione di famiglia

Vittorio Bertello

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Il settore della numismatica si conferma uno dei più importanti per la casa d’aste Bolaffi, che ha tenuto le sue tre vendite tematiche (compresa una di 451 lotti di ordini e decorazioni militari) tra il 7 e l’8 giugno, per un incasso complessivo di 4,27 milioni di euro diritti esclusi. Hanno partecipato alla gara offerenti arrivati da tutta Europa; al telefono erano collegati anche clienti dal Canada, dalla Russia e dalla Turchia.

Alla Collezione Selene, un insieme di 190 lotti di monetazioni degli antichi Stati italiani, del regno di Sardegna, del regno d’Italia, di San Marino e del Vaticano, assemblato dalla stessa famiglia nel corso di tre generazioni, era dedicato un catalogo a sé. Vi compariva una delle monete più rare del regno d’Italia: il 50 lire oro del 1864 di Vittorio Emanuele II, celebre tra i collezionisti perché battuto in soli 103 esemplari (di cui 11 furono rifusi). Dai 75mila euro della base d’asta la moneta è salita fino a 146.400 euro diritti compresi a un acquirente presente in sala. La stessa «paletta» ha comprato anche il lotto successivo, il 100 lire oro del 1864, partito da una base di 12mila euro e arrivato al prezzo finale di 19.520.

Nell’asta generalista di numismatica, uno scudo veneziano della Croce in oro da 12 zecchini, doge Paolo Renier (1779-89), che partiva da 15mila euro, ha toccato i 97.600, mentre il 100 lire oro del 1872, Vittorio Emanuele II, zecca di Roma, da una base di 15mila euro è passato di mano a 53.680. Hanno infine fruttato lo stesso prezzo di 43.920 euro un 10 ducati oro del 1621 dell’imperatore Ferdinando II d’Asburgo (base 8mila euro) e un mezzo scudo oro veneziano da 8 zecchini di Alvise IV Mocenigo (1763-79), partito da 10mila.

Vittorio Bertello, 10 luglio 2017 | © Riproduzione riservata

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