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Una casa per due

Il primo Seicento italiano della collezione Ceci e le correnti di fine Ottocento della collezione Poscio, una marchigiana e l’altra piemontese, sono visibili fino al 28 ottobre nella Casa De Rodis nella mostra «Tra Guercino e De Nittis. Due collezioni si incontrano», a cura di Stefano Papetti e Antonio d’Amico, realizzata con la collaborazione della Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno.


Dietro a questo incontro artistico c’è una «missione» benefica: attraverso la vendita del catalogo della mostra (Cattaneo Editore) verranno raccolti fondi destinati al restauro della «Madonna in trono fra i santi Sebastiano e Caterina d’Alessandria» del pittore austriaco Pietro Alamanno, attivo ad Ascoli nella seconda metà del Quattrocento, gravemente colpito dal sisma dell’agosto 2016.


La mostra riunisce 15 opere della collezione del chirurgo marchigiano Antonio Ceci (1852-1920): un gruppo di disegni di artisti quali Pietro da Cortona, Guercino, Luca Giordano e Domenico Morelli, ma anche dipinti di Alessandro Magnasco e Francesco Zuccarelli, la «Passeggiata amorosa» di Pellizza da Volpedo e «Pax (Asolo)» di Luigi Nono.


Alessandro Poscio (1928-2013), invece, esponente di una storica famiglia d’imprenditori piemontesi, coltivò sempre una grande passione per l’arte e dagli anni Sessanta arricchì la sua collezione imprimendole uno specifico tratto distintivo, complice l’amicizia con Carlo Fornara, celebre pittore della Val Vigezzo le cui opere sono accostate a quelle di altri artisti vigezzini.


A fianco di questo nucleo Poscio aggiunse grandi nomi dell’Ottocento italiano come Telemaco Signorini, Giovanni Fattori e Giuseppe De Nittis. Capolavori che sono in parte custoditi nella Casa De Rodis, palazzina del Quattrocento acquistata negli anni 2000 dall’imprenditore piemontese, completamente restaurata, ma inaugurata nel 2014, un anno dopo la sua morte.

Emmanuele Bo, 09 giugno 2017 | © Riproduzione riservata

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Una casa per due | Emmanuele Bo

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