Giovanni Pellinghelli del Monticello
Leggi i suoi articoliA un’asta di The Potomack Company un «Ecce Homo» sale da 13mila a 189mila euro. Autore dell’acquisto, un privato europeo
All’asta di The Potomack Company (Alexandria, una città nello stato della Virginia) del 6 febbraio il lotto «Seguace di Caravaggio, “Ecce Homo”, olio su tela, 89x64,5 cm», stima 13.400 euro, in una manciata di minuti di serrati rilanci è stato aggiudicato a un privato europeo a 188.800 euro.
Torna così in Europa, dov’era stata acquistata 40 anni fa da un collezionista del Maryland, un’inedita versione di un perduto «Ecce Homo» di Caravaggio, di realizzazione precedente e composizione diversa da quello di Palazzo Bianco a Genova, del 1605-09 (Longhi, 1954) e di cui esistono altre cinque versioni: due in collezioni private europee, per Calvesi (1971) copie di poca qualità con l’intuizione, però, di un prototipo autografo anteriore al lavoro genovese, una a Dortmund pubblicata postuma nel 1979 da Benedict Nicolson a Mario Minniti, contemporaneo di Caravaggio, una al Kunsthistorisches Museum ricondotta nel 1991 da Wolfgang Prohaska allo stesso Minniti e infine quella in collezione privata italiana a Cittadella (di provenienza sconosciuta).
In quest’ultima, allora inedita, Gianni Papi nel 2014 riconosce l’originale caravaggesco collocando l’«Ecco Homo» nel periodo giovanile a Roma di Caravaggio. La qualità della figura di Cristo, il dialogare delle mani in primo piano, il taglio di luci fra il viso di Gesù e l’elmo del soldato accanto a lui, la precisa coincidenza fra l’anatomia del Cristo e quella del «Ragazzo col cesto di frutta» e del «Bacchino malato» dalla Galleria Borghese (già notata da Calvesi) e di lineamenti col secondo dei «Musici» del Metropolitan riappaiono tutti nell’opera battuta dalla Potomack. Il dibattito sull’«Ecce Homo» perduto dunque si riaccende; tanto più che a confermare l’esistenza di un «Ecce Homo» databile 1595-96 interviene un passo finora trascurato della Felsina Pittrice (1678, vol. II, p. 212) di Carlo-Cesare Malvasia che nella quadreria dei marchesi Lambertini di Bologna cita appunto «il famoso Ecce Homo […] lavoro di Caravaggio», descrivendolo come composto «da tre mezze figure: Cristo, Pilato e un soldato».
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